UNA RETE PER GENITORI SEPARATI
Poche cose sono più tristi che vedere un comico passare dal riso al pianto, dalle luci della ribalta alla solitudine disperata di chi ha perso tutto, persino la speranza. È il caso di Marco Della Noce, uno degli attori più amati di Zelig, la fortunata rivista condotta da Claudio Bisio, che inizierà tra pochi giorni la nuova serie Comedians. E Marco sarà ancora una volta in scena dopo aver ritrovato, grazie alla solidarietà dei colleghi e degli amici, la casa, la fiducia in se stesso e, ci contiamo, la capacità di far ridere. La sua caduta ha aperto uno squarcio su una realtà che preferiamo ignorare ma che fa parte dello scenario di luci e ombre di una grande città come Milano: il dramma dei genitori separati, in questo caso dei padri caduti in miseria per i problemi economici provocati da una separazione coniugale difficile e conflittuale. Spesso, nella crisi che esplode in famiglia, gli uomini appaiono particolarmente fragili ma non sono i soli a soffrire per il collasso di un progetto esistenziale che coinvolge tutti, il coniuge, i figli, i nonni. E, come si vede in questa storia, la comunità. Una comunità ancora capace di passare dall’indifferenza alla generosità, dal voltare la testa dall’altra parte all’abbraccio fraterno. Ma nulla accade per caso e, alle spalle di un gesto che fa onore alla nostra città, possiamo scorgere un mutato atteggiamento nei confronti della separazione che si è trasformata, da scandalo, in un problema che si può affrontare insieme.
Un mutamento favorito anche dall’Associazione GeA, Genitori ancora, la prima in Italia a introdurre, nel 1987, la pratica della mediazione familiare nei casi di separazione particolarmente bellicosa tra genitori. Operatori qualificati si propongono, con una serie di incontri, non tanto di ricomporre un nucleo familiare imploso, quanto di pacificarlo per ridurre al minimo un dolore che non risparmia nessuno. L’assistenza si estende alle famiglie ricostituite, ai nonni, agli insegnanti, a tutti coloro che possono, consapevoli delle loro responsabilità e delle loro possibilità, salvaguardare e incentivare le risorse dei figli. Ma oltre ad assistere e curare è prioritario prevenire per cui la formula ormai proverbiale «si può cessare di essere marito e moglie ma si rimane genitori per sempre» si auspica diventi una prospettiva educativa complessiva. Se ne parlerà l’8 novembre alla Casa della Cultura quando, per festeggiare il trentennale di GeA, interverranno, convocati da Fulvio Scaparro e Chiara Vendramini, vari esperti in relazioni familiari.