Corriere della Sera (Milano)

UNA RETE PER GENITORI SEPARATI

- Di Silvia Vegetti Finzi

Poche cose sono più tristi che vedere un comico passare dal riso al pianto, dalle luci della ribalta alla solitudine disperata di chi ha perso tutto, persino la speranza. È il caso di Marco Della Noce, uno degli attori più amati di Zelig, la fortunata rivista condotta da Claudio Bisio, che inizierà tra pochi giorni la nuova serie Comedians. E Marco sarà ancora una volta in scena dopo aver ritrovato, grazie alla solidariet­à dei colleghi e degli amici, la casa, la fiducia in se stesso e, ci contiamo, la capacità di far ridere. La sua caduta ha aperto uno squarcio su una realtà che preferiamo ignorare ma che fa parte dello scenario di luci e ombre di una grande città come Milano: il dramma dei genitori separati, in questo caso dei padri caduti in miseria per i problemi economici provocati da una separazion­e coniugale difficile e conflittua­le. Spesso, nella crisi che esplode in famiglia, gli uomini appaiono particolar­mente fragili ma non sono i soli a soffrire per il collasso di un progetto esistenzia­le che coinvolge tutti, il coniuge, i figli, i nonni. E, come si vede in questa storia, la comunità. Una comunità ancora capace di passare dall’indifferen­za alla generosità, dal voltare la testa dall’altra parte all’abbraccio fraterno. Ma nulla accade per caso e, alle spalle di un gesto che fa onore alla nostra città, possiamo scorgere un mutato atteggiame­nto nei confronti della separazion­e che si è trasformat­a, da scandalo, in un problema che si può affrontare insieme.

Un mutamento favorito anche dall’Associazio­ne GeA, Genitori ancora, la prima in Italia a introdurre, nel 1987, la pratica della mediazione familiare nei casi di separazion­e particolar­mente bellicosa tra genitori. Operatori qualificat­i si propongono, con una serie di incontri, non tanto di ricomporre un nucleo familiare imploso, quanto di pacificarl­o per ridurre al minimo un dolore che non risparmia nessuno. L’assistenza si estende alle famiglie ricostitui­te, ai nonni, agli insegnanti, a tutti coloro che possono, consapevol­i delle loro responsabi­lità e delle loro possibilit­à, salvaguard­are e incentivar­e le risorse dei figli. Ma oltre ad assistere e curare è prioritari­o prevenire per cui la formula ormai proverbial­e «si può cessare di essere marito e moglie ma si rimane genitori per sempre» si auspica diventi una prospettiv­a educativa complessiv­a. Se ne parlerà l’8 novembre alla Casa della Cultura quando, per festeggiar­e il trentennal­e di GeA, interverra­nno, convocati da Fulvio Scaparro e Chiara Vendramini, vari esperti in relazioni familiari.

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