I primi cinquant’anni di «Flash Art»
La rivista d’arte nata a Roma nel 1967 festeggia mezzo secolo con una serie di incontri
Quello dei cinquant’anni è un compleanno sempre più raro per una rivista, tanto più se è riuscita a sopravvivere anche su carta e perfino a clonarsi in un’edizione inglese. Ci voleva dunque una grande festa che celebrasse orgogliosamente l’anniversario di «Flash Art», mensile di arte fondato nel 1967 a Roma da Giancarlo Politi e trasferito nel 1970 a Milano. Oggi e domani la redazione occuperà l’auditorium del Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia (via san Vittore 21) con un simposio gratuito e aperto al pubblico sullo stato dell’arte degli ultimi 50 anni cui prenderanno parte critici, storici, artisti, galleristi. Con metodo scientifico verranno passati in rassegna i decenni a blocchi: questa mattina, dalle 9 alle 11, il focus è sugli anni Novanta e ne parleranno, fra gli altri, Angela Vettese, Stefano Arienti, Carolyn Christov-Bakargiev, Roberto Pinto, Grazia Toderi. Dalle 14.30 alle 16.30 si fa un balzo indietro negli anni Settanta con altri relatori di grosso calibro come Giovanni Anselmo, Piero Giraldi o Franco Toselli. Nel tardo pomeriggio la giornata si chiude con gli artisti degli anni Duemiladieci (un nome per tutti: Invernomuto). Domenica mattina alle 11 ad aprire i lavori dedicati al decennio degli Ottanta non potevano non esserci Achille Bonito Oliva e Corrado Levi. Infine, dalle 14.30 alle 16.30 la chiusura sarà dedicata agli anni Duemila che avranno per relatori anche Massimiliano Gioni e Francesco Vezzoli. Ogni tavola rotonda è moderata da un rappresentante storico della redazione e ha l’ambizione di individuare le linee teoriche dell’arte italiana dell’ultimo cinquantennio. Un compito non difficile per «Flash art» che ha registrato e anticipato fenomeni e tendenze: dalla pubblicazione del manifesto dell’arte povera di Germano Celant nel 1967 all’idea di dedicare le copertine ai lavori di grandi artisti. Fino alla consacrazione della rivista, nel 1990, grazie all’opera di Maurizio Cattelan “Strategie”: una finta copertina dove campeggia un castello di carte con i numeri di Flash art, metafora del potere detenuto dalla rivista nel sistema dell’arte.