Regionali, lo strappo sulle primarie
Pisapia si schiera con Gori. Il Pd: coalizione al voto entro il 3 dicembre. Mdp: no ai diktat
Giuliano Pisapia abbraccia Giorgio Gori, indicandolo di fatto come il candidato giusto per la sfida a Roberto Maroni. Ma la consacrazione non basterà forse a risparmiare al centrosinistra il rito delle primarie: «Non sono un dogma, il problema è partire». Ultimatum a sinistra: «Il 3 dicembre ultima data utile per i gazebo». La replica di Mdp: non accettiamo diktat.
Giuliano Pisapia abbraccia Giorgio Gori, indicandolo di fatto come il candidato giusto per la sfida a Roberto Maroni. Ma la consacrazione dell’ex sindaco non basterà forse a risparmiare al centrosinistra il rito delle primarie: il responso finale è atteso domani dall’ennesimo vertice di coalizione. «Spero in un’alleanza ampia e aperta di centrosinistra che possa cambiare la Lombardia e portare un contributo per cambiare il Paese. Che ci siano le primarie o no non è un problema, il problema è partire», ha detto ieri Pisapia tenendo a battesimo l’iniziativa di Campo Progressista per lanciare la campagna elettorale in vista delle Regionali 2018: «Ho sempre detto che le primarie non sono un dogma, se qualcuno le chiede è giusto farle con dei paletti ben precisi per un centrosinistra ampio, aperto al civismo, all’associazionismo, a tutte quelle realtà che vogliono cambiare verso». Campo Progressista, in ogni caso, «sosterrà Gori o il candidato che uscirà dalle primarie». «Siamo ancora una volta a disposizione».
Il «problema» sono i «cugini» di Mdp che correranno insieme alle altre sigle della sinistra più pura per le Politiche e vorrebbero invece sperimentare l’alleanza col Pd su scala regionale. Come giustificare davanti a elettori e simpatizzanti questo equilibrismo? Richiedendo le primarie, ovvio, unico strumento che permetterebbe di rimanere nel centrosinistra almeno nella corsa per il Pirellone.
I bersaniani non hanno però (ancora) un candidato competitivo, dopo il «no, grazie» firmato dall’ex segretario milanese dei Ds, Roberto Cornelli. «Se vogliamo fare le primarie, dobbiamo darci una mossa», l’avvertimento lanciato ieri da Giorgio Gori, candidato ormai in piena campagna elettorale. «Io ho già dato la mia disponibilità a farle, se saranno fissate ci sarò sicuramente, ma la data ultima è il 3 dicembre, perché tutti capiscono che dopo è Natale e non c’è il clima giusto per portare la gente a esprimersi».
La replica a nome degli ex pd è affidata a Carlo Porcari: «Questa forzatura sui tempi non ci piace. Non accettiamo diktat sulle date. Il 3 dicembre sarebbe presto, meglio il 17». In lizza per sfidare Gori nei gazebo col simbolo di Mdp rimangono l’europarlamentare Antonio Panzeri, la deputata Eleonora Cimbro e, più sullo sfondo, Onorio Rosati, ex segretario della Camera del Lavoro di Milano. Cornelli, s’è detto, s’è invece sfilato e la sua presenza, ieri, sul palco dell’iniziativa «arancione» conferma la decisione: «Chiunque sarà candidato del centro sinistra avrà il mio voto e quello di tanti se si impegnerà da subito su tre questioni fondamentali: sanità, ambiente, diritti».
Tornando a Gori, il sindaco di Bergamo, a margine della convention del movimento di Pisapia, è tornato a parlare degli esiti del referendum autonomista: «Se l’Anci mi indicherà tra i sindaci parte della delegazione, andrò con Maroni a Roma con piacere. Spero però di poter condividere ciò che lui porterà a Roma perché mi sembra che abbiano caricato un po’ le richieste con argomenti presi dalla loro propaganda rispetto a quello che è possibile e ragionevole pensare di portare a casa».