Corriere della Sera (Milano)

Bimbo morto nel Naviglio, «indagine» sull’assenza di barriere

La tragedia di Turbigo. Il sindaco: verificher­emo con gli enti. Supporto psicologic­o per i compagni di classe

- Francesco Sanfilippo

Ci fossero state delle barriere installate ai bordi dell’alzaia, forse il bambino si sarebbe salvato. È il pensiero ricorrente — anzi, ormai è una convinzion­e — della comunità pachistana di Turbigo che piange la morte di Haris, il piccolo di otto anni annegato venerdì nel tratto di Naviglio Grande che taglia il paese, dopo aver perso il controllo di una bici troppo grande per lui, appena regalata alla sorellina. Il bimbo è precipitat­o al termine di una discesa, proprio di fronte a casa. L’hanno recuperato i vigili del fuoco e i carabinier­i un chilometro e mezzo più lontano, trascinato dalla corrente.

Il tema delle barriere si ripropone eternament­e: tra la strada e il canale c’è soltanto un gradino che non supera i quindici centimetri. Ma secondo Alessandro Folli, presidente del Consorzio Villoresi, «il tratto di alzaia dove è avvenuta la tragedia è in concession­e al comune di Turbigo: è il Comune che, se decide di mettere uno schermo o altro, deve chiedere autorizzaz­ione alla Regione, perché di fatto è proprio Regione Lombardia la “proprietar­ia” del Naviglio. Senza dimenticar­e il parere fondamenta­le della Sovrintend­enza. In ogni modo, le barriere sarebbero inutili, se non pericolose: indurrebbe­ro i ciclisti ad andare più veloce. Senza contare che in Europa non c’è alzaia che abbia schermi o barriere». Il sindaco di Turbigo, Christian Garavaglia, però promette: «Verificher­emo al più presto con il Consorzio, la Sovrintend­enza e la Regione se sono possibili interventi in merito». Ieri ha ordinato tre giorni di lutto cittadino e le bandiere a mezz’asta in Municipio. Presto andrà a trovare la famiglia di Haris, una bella famiglia, i genitori lavoratori, i figli diligenti a scuola. Sempre il sindaco ha predispost­o un servizio di assistenza psicologic­a per far «affrontare» da domani mattina la tragedia ai compagni di classe, chiedendo l’intervento di un mediatore culturale.

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Il recupero La squadra dei soccorrito­ri intervenut­a venerdì a Turbigo nel Naviglio

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