Tiziano ospite d’onore a palazzo
Nella sala Alessi del Comune arriva la rivoluzionaria Sacra conversazione di Ancona
La «Sacra conversazione 1520» di Tiziano è l’ospite d’onore di Palazzo Marino per il Natale 2017. La pala d’altare, in arrivo dalla pinacoteca civica Francesco Podesti di Ancona, sarà in mostra in sala Alessi dal 5 dicembre al 14 gennaio in un allestimento pensato per valorizzarla in toto. L’esposizione permetterà infatti di vedere il «lato b» dell’opera e i dettagli del lavoro di carpenteria. Sul retro sono tracciati alcuni schizzi a matita di Tiziano e in una delle teste raffigurate si può intravvedere il bozzetto preparatorio del Bambino Gesù ritratto nel dipinto.
Il percorso di visita tiene conto della particolarità della tavola e si articola in due momenti. Dopo il video introduttivo, si accederà a un ambiente raccolto e sopraelevato di circa 60 centimetri da terra. Corrado Anselmi, architetto a cui è stato affidato l’allestimento, spiega che «ci saranno pareti scure per far risaltare i disegni sulla tavola. Luci a led di ultima generazione esalteranno tutte le gamme cromatiche dell’opera». A sovrintendere all’impianto illuminotecnico, l’architetto Francesco Murano. Una rampa discendente porterà poi lo spettatore di fronte alla pala Gozzi (dal nome del committente). «L’abbiamo collocata in una sorta di imbuto — continua Anselmi — foMadonna derato di tessuto azzurro e con luci radenti. Mi interessa esaltare l’atmosfera in cui Tiziano ha inserito la scena».
A rendere la «Sacra conversazione» un’opera chiave è la novità della composizione. «È il primo dipinto datato e firmato da Tiziano — specifica Stefano Zuffi, curatore della mostra — che ne sancisce così l’importanza. La pala segna una svolta nel genere, perché è libera dagli schemi architettonici e prospettici del Quattrocento». Una rivoluzione intuita da Leonardo con la «Vergine delle Rocce», proseguita con Raffaello e culminata con l’apertura alla natura di Vecellio. Basta guardare la pala Gozzi per rendersene conto. La e il Bambino appaiono in un cielo infuocato dalla luce del tramonto. Sotto di loro, san Francesco, a cui era dedicata la chiesa di Ancona che ospitava il dipinto, e san Biagio, protettore di Dubrovnik. Il committente Luigi Gozzi, ritratto in ginocchio, era mercante nella città dalmata. Sullo sfondo si delineano i contorni del bacino di San Marco con il Palazzo Ducale e il campanile, scenario familiare a Tiziano che lavorò a Venezia e qui realizzò la tavola. «Un dipinto che unisce simbolicamente i tre porti sull’Adriatico — commenta Zuffi — e che allo stesso tempo fa da cerniera nell’evoluzione del genere nel Rinascimento».
Nella scelta del capolavoro da «regalare» alla vista dei milanesi, Palazzo Marino ha voluto dimostrare vicinanza ad Ancona. Spiega Zuffi: «La città marchigiana sta facendo silenziosamente un enorme lavoro di raccolta e riparo delle opere d’arte provenienti dalle zone terremotate. Per questo abbiamo voluto omaggiarla». La pala Gozzi è in continuità con le altre opere messe in mostra negli scorsi anni in sala Alessi. «È idealmente collegata con l’ “Adorazione dei pastori” di Rubens e la “Madonna di Foligno” di Raffaello — prosegue il curatore —, pienamente inserita nel progetto che va avanti da dieci anni». Per celebrare la decima edizione, un filmato all’ingresso della visita ripercorrerà la storia delle esposizioni organizzate negli spazi di sala Alessi.