Il verde pubblico fuori dall’agenda «Ora una svolta»
È un provvedimento Cenerentola. Pochi documenti sono stati riscritti, limati, discussi, votati quanto le nuove regole d’uso del Verde. E, poi, congelati. Venerdì scorso, quando la densa coltre di polveri sottili è stata sollevata dal vento dopo giorni di «emergenza smog» e si è tornati a respirare, cittadini e consiglieri ambientalisti sono scesi in piazza con rastrelli, cesoie, annaffiatoi per perorare, con un flash mob, la causa del Regolamento. Tema caldo anche oggi con Legambiente che presenta i risultati di Ecosistema Urbano 2017, il report annuale sulle performance ambientali dei comuni capoluogo, mentre la Fabbrica del Vapore ospita il Climate Innovation Summit. La discussione del documento non è però all’ordine del giorno del consiglio comunale. Era iniziata, con la nuova legislatura. Sono stati discussi sessanta dei duecento emendamenti depositati dal centrodestra. E s’è interrotta. Il capogruppo del Pd, Filippo Barberis, chiarisce che non c’è un problema politico. «Da settembre non c’è stata una finestra temporale per portarlo in aula — spiega —, perché servono diverse sedute e la maggioranza non vuole cedere sull’impostazione strategica del Regolamento. Mentre le opposizioni non ritirano neppure una parte dei 140 emendamenti. Ma confermo che abbiamo tutta la volontà di discuterlo. La maggioranza è compatta». Il documento è stato scritto nella passata legislatura, approvato dalle ex Zone, discusso in commissione, validato dagli uffici. È infine approdato in consiglio «ma quasi fosse un orpello — precisa il consigliere Carlo Monguzzi, l’anima verde del Pd —, non è mai stato discusso, è sempre slittato e con la nuova consiliatura ha ricominciato il giro». Riapprovato dalla giunta, riportato in commissione, è finalmente entrato in aula. Ma dopo una prova di forza è stato messo da parte. «Occorre una scossa politica, la maggioranza deve considerarlo come bene primario per la città», aggiunge Monguzzi. Le regole «introducono un principio e cioè che anche l’albero in un giardino privato è bene comune — aggiunge la Verde Elena Grandi —. E questo vuol dire che per interventi su grandi alberi che contribuiscono a pulire l’aria che respiriamo il privato deve dare comunicazione al Comune». Al coro si unisce il vicecapogruppo di Forza Italia Alessandro De Chirico: «Urgente discuterlo. Le regole servono. Ci sono parchi utilizzati come campi profughi a cielo aperto o come balere nei fine settimana».