Smog, torna il rischio blocchi «Superlavoro negli ospedali»
Veleni oltre la soglia da tre giorni. I medici: con il Pm10 più ricoveri
Le polveri sottili tornano a soffocare Milano. I valori di particolato Pm10 sono di nuovo sopra la soglia di guardia di 50 microgrammi per metro cubo d’aria. Solo il vento lo scorso fine settimana aveva interrotto la serie nera iniziata l’11 ottobre, che ha portato a far scattare le misure antismog sia di primo sia di secondo livello. Gli «sforamenti» dei limiti sono ripresi giovedì (73 microgrammi) e sono continuati ininterrottamente fino a sabato. I valori registrati ieri nelle centraline Arpa, che verranno resi noti oggi, saranno decisivi. Se ci dovessero essere quattro giorni consecutivi di inquinamento fuorilegge ripartiranno gli stop alle auto diesel private fino agli Euro 4 dalle 8.30 alle 18.30, ai veicoli commerciali fino agli Euro 3 (dalle 8.30 alle 12.30) e il limite a 19 gradi per i riscaldamenti di case e negozi.
Il picco di inquinanti si ripercuote anche sulle sale d’aspetto dei pronto soccorso cittadini. La scia di veleni ha fatto aumentare fino al 20 per cento gli accessi, che hanno superato quota 300 in sole 24 ore nei grandi ospedali milanesi. Numeri da epidemia di influenza, registrati però in un periodo anomalo per via delle temperature ancora alte. A buona parte dei malati sono state diagnosticate patologie respiratorie e cardiorespiratorie.
«Colpa dello smog» spiega Francesco Blasi, direttore di Pneumologia al Policlinico e docente di malattie dell’apparato respiratorio alla Statale. «In uno studio pubblicato quattro anni fa abbiamo monitorato per un anno cinque pronto soccorso a Milano, facendo attenzione al numero di pazienti con malattie acute respiratorie e cardiocircolatorie legate a gas e particolati». Il risultato? «Una crescita che varia dal 12 al 20 per cento degli accessi nelle 24-36 ore seguenti al picco di inquinamento». Proprio come successo negli scorsi giorni e come potrebbe ripetersi questa settimana.
Al di là dei numeri, ci sono le persone. I soggetti più colpiti sono le fasce deboli della popolazione, gli asmatici, chi soffre di bronchite cronica o enfisema polmonare. «Anche dal punto di vista cardiologico aumentano i casi, ma in modo meno evidente nel breve periodo» continua l’esperto. L’irritazione delle vie respiratorie si ripercuote poi sul resto dell’organismo. «L’esposizione prolungata crea un’infiammazione acuta — dice Blasi — che si trasmette al sangue e agli altri organi, soprattutto il cuore. Alcuni studi collegano lo smog all’ictus».
Il medico, che da anni segue il tema, fa notare che «complessivamente la situazione in città è migliorata, si contano meno giorni di sforamento dei limiti di inquinanti». Servono però ulteriori interventi strutturali per frenare le emissioni, a partire dal rinnovo del parco macchine e delle caldaie. «Indossare le mascherine chirurgiche o tenere chiuse le finestre non ha alcun effetto — spiega il pneumologo —. E bisogna avere attenzione per i bambini e gli anziani».