Sala e i ritmi da abbassare «La frenesia non è moderna»
Un conto è la velocità nelle decisioni e nelle scelte, un altro è la «frenesia» metropolitana. Il sindaco Beppe Sala torna sulla «rivoluzione del rallentamento» e vuole chiarire i termini del dibattito che si è aperto sulle pagine del Corriere della Sera. «Non voglio passare per quello che vuole rallentare i processi decisionali o la voglia di trasformazione della città ma credo che meno frenesia sia una richiesta di tanti e tanti milanesi. E non solo dei milanesi». Il sindaco fa una distinzione netta su cosa intende per rallentamento: «Bisogna distinguere la velocità di pensiero e di esecuzione, quando le decisioni sono prese, da una certa frenesia che non giudico contemporanea». Il nodo è sempre quello: «Bisogna ripensare i tempi della città. Oggi ho letto che c’è chi dice che Sala non può decidere se i negozi devono restare aperti o chiusi. Non è mia intenzione, ma la politica ha anche lo scopo di dare stimoli dal punto di vista sociale e culturale. La città deve avere dei tempi, deve vivere di lavoro e di esecuzione ma anche di riposo. La riflessione sui tempi della città non è assolutamente peregrina. Non credo che in una realtà come la nostra il modello di una città aperta ventiquattro ore su ventiquattro come mito possa funzionare». C’è anche un ulteriore aspetto che il sindaco vuole chiarire e riguarda gli spostamenti «fisici» in città. «Se si troveranno delle forme — si dovranno trovare e alcune sono state già trovate —, per essere meno frenetici in auto e di essere meno ossessionati dal fatto di essere ultrarapidi per spostarsi da un punto all’altro della città, si comprenderà che anche non muovendosi si possono fare tante cose. Esistono strumenti che permettono di fare riunioni in videoconferenza senza spostarsi. Non bisogna avere l’ansia di sederci sempre intorno a un tavolo». Insomma, il sindaco non molla anche se le prese di posizione sulla «rivoluzione» della lentezza hanno provocato polemiche anche dure e opinioni divergenti. Ultimo appunto e ultimo chiarimento: «Ci sarà tempo per chiarire tutto — conclude il primo cittadino — ma il dibattito è appassionante. C’è chi è d’accordo e chi no. Però parto da una premessa: oggi un ragionamento del genere non credo si possa fare in tante altre città italiane. Lo si può fare solo a Milano».