Copie del Corano date alle fiamme È giallo sul gesto all’ex Palasharp
La segnalazione è arrivata domenica pomeriggio. Incendio nell’area dell’ex Palasharp, in particolare nel tendone in cui la comunità islamica si riunisce per la preghiera del venerdì, e dunque lascia lì sia i tappeti, sia alcuni arredi, sia una libreria con i testi religiosi. I poliziotti trovano una trentina di copie del Corano bruciate e danneggiate. Luogo e oggetti sono «sensibili», e così viene subito allertata la Digos. Gli investigatori verificano per prima cosa che non ci sono scritte, né volantini, né una qualche forma di «rivendicazione». I primi accertamenti (le indagini comunque proseguiranno) sembrano dunque indicare che dietro l’incendio non c’è un movente in qualche modo «politico». Il contesto dell’incendio sembra più collegato all’ambiente che gravita intorno a quell’area. Il tendone in cui si riunisce la comunità musulmana per la preghiera è stato utilizzato in passato anche per l’accoglienza di un gruppo di profughi (sotto la gestione dei «City angels»). Da mesi però, per la maggior parte della settimana, dato che è molto agevole scavalcare ed entrare, in quell’area si riparano alcuni clochard. Ed è proprio una donna, «senza fissa dimora» e con qualche problema di alcolismo, a segnalare l’incendio dei libri. Oltre ad aver chiamato i soccorsi, è anche l’unica testimone. All’inizio parla genericamente di «due persone», di «una lite», ma il suo racconto non sembra molto attendibile. Nei giorni scorsi alla polizia sono arrivate altre segnalazioni dall’ex Palasharp, e tutte parlavano di liti e contrasti tra i senza tetto. È dunque probabile che anche l’incendio si possa ricondurre a questi contrasti.