Arcore, la proposta di Forza Italia «Tassa di soggiorno per i profughi»
Puglisi: gli immigrati costituiscono un business. La giunta: tutti gli appalti sono in regola
La decisione del Comune di Pontivrea, in provincia di Savona, di applicare la tassa di soggiorno alle strutture che ospitano profughi fa scuola anche in Brianza. Ieri mattina il consigliere comunale di Forza Italia, Cristiano Puglisi, ha infatti protocollato in municipio la richiesta di convocare una conferenza dei capigruppo per discutere una proposta analoga, mirata a equiparare gli alloggi dove sono stati sistemati i 39 immigrati attualmente presenti in città a delle vere e proprie strutture commerciali, sottoponendoli, di conseguenza, al medesimo regime fiscale.
L’episodio che ha spinto il consigliere azzurro a rompere gli indugi e ad avanzare questa richiesta destinata a rinvigorire le polemiche sulla gestione dei profughi è stata una rissa fra extracomunitari accaduta lo scorso settembre. Teatro dello scontro, durante il quale sono spuntati anche coltelli, bastoni e cocci di vetro, è stata una casa corte della frazione di Bernate. Qui, gomito a gomito, vivono una quindicina di richiedenti asilo e altrettante famiglie di arcoresi che hanno subito manifestato paura e preoccupazione per una situazione che sembra sfuggire di mano. «Il problema — spiega Puglisi —, è il business che gravita attorno alla gestione dei profughi. Con alcuni colleghi abbiamo effettuato delle verifiche e abbiamo appurato che in alcuni casi la proprietà degli alloggi che vengono affittati è riconducibile alla stessa cooperativa che gestisce l’accoglienza. È una cosa lecita, ma dal momento che finiscono per guadagnarci, abbiamo deciso di sottoporre all’amministrazione comunale una soluzione ispirata al modello adottato a Pontinvrea». Nel Comune ligure, il sindaco, Matteo Camicciottoli (Lega Nord), ha emanato lo scorso marzo un decreto sindacale che di fatto ha trasformato le abitazioni affittate alle cooperative per ospitare i migranti in attività ricettive commerciali. Gli alloggi sono stati così assoggettati per quanto riguarda Imu e Tari alla stessa tassazione delle strutture ricettive commerciali e le persone ospitate dovranno pagare la tassa di soggiorno di 2,50 euro al giorno. «La priorità dovrebbe essere l’accoglienza — prosegue il consigliere comunale —, non il guadagno. E guarda caso dopo che a Pontinvrea il decreto del sindaco è diventato operativo, le cooperative sono spartite tutte».
Il modello di accoglienza diffuso adottato in Brianza, che nei mesi passati aveva fatto più volte parlare di sé in termini positivi, sta iniziando a mostrare segni di cedimento. A Monza, pochi giorni fa, è stato il primo cittadino, Dario Allevi, ad annunciare lo sfratto della cooperativa che ha in gestione l’hub di prima accoglienza di via Spallanzani in ritardo coi pagamenti dell’affitto. Ieri, è toccato ad Arcore con la proposta di Puglisi, che già in passato ha polemizzato con la giunta di centrosinistra guidata da Rosalba Colombo per la decisione di affiancare alcuni immigrati al pedibus, il servizio di accompagnamento a scuola a piedi dei bambini. L’idea di applicare anche nella cittadina brianzola la tassa di soggiorno ai profughi non sembra destinata a fare breccia. Il vicesindaco, Valentina Del Campo, ha infatti bocciato la proposta bollandola come strumentale. «L’episodio di Bernate è stato sicuramente grave — spiega il vicesindaco — e capisco la tensione e la preoccupazione dei residenti della zona, ma si è trattato di un episodio isolato. In ogni caso, la soluzione adottata in Liguria non è esportabile per il semplice motivo che ad Arcore non c’è una tassa di soggiorno e gli appalti assegnati dalla prefettura sono perfettamente in regola». La parola d’ordine dell’amministrazione comunale sul tema profughi è «integrazione». Il vicesindaco ha in programma di convocare una commissione Politiche sociali allargata ai rappresentanti delle cooperative per valutare l’inserimento di profughi presenti «Il Comune conta 17 mila abitanti, 39 sono rifugiati. Non è difficile gestirli»
in città in lavori socialmente utili. «Arcore conta poco più di 17 mila abitanti a fronte di 39 richiedenti asilo — conclude —. Non mi sembra una presenza particolarmente ingombrante o difficile da gestire. A settembre abbiamo fatto ripartire l’iniziativa del pedibus affiancando altri immigrati ai volontari che accompagnano i bambini e la scorsa estate altri richiedenti asilo si sono dati da fare per riqualificare un parcheggio cittadino. Entrambe le iniziative hanno dato buoni risultati e contiamo di proseguire su questa strada».