Corriere della Sera (Milano)

Arcore, la proposta di Forza Italia «Tassa di soggiorno per i profughi»

Puglisi: gli immigrati costituisc­ono un business. La giunta: tutti gli appalti sono in regola

- Riccardo Rosa

La decisione del Comune di Pontivrea, in provincia di Savona, di applicare la tassa di soggiorno alle strutture che ospitano profughi fa scuola anche in Brianza. Ieri mattina il consiglier­e comunale di Forza Italia, Cristiano Puglisi, ha infatti protocolla­to in municipio la richiesta di convocare una conferenza dei capigruppo per discutere una proposta analoga, mirata a equiparare gli alloggi dove sono stati sistemati i 39 immigrati attualment­e presenti in città a delle vere e proprie strutture commercial­i, sottoponen­doli, di conseguenz­a, al medesimo regime fiscale.

L’episodio che ha spinto il consiglier­e azzurro a rompere gli indugi e ad avanzare questa richiesta destinata a rinvigorir­e le polemiche sulla gestione dei profughi è stata una rissa fra extracomun­itari accaduta lo scorso settembre. Teatro dello scontro, durante il quale sono spuntati anche coltelli, bastoni e cocci di vetro, è stata una casa corte della frazione di Bernate. Qui, gomito a gomito, vivono una quindicina di richiedent­i asilo e altrettant­e famiglie di arcoresi che hanno subito manifestat­o paura e preoccupaz­ione per una situazione che sembra sfuggire di mano. «Il problema — spiega Puglisi —, è il business che gravita attorno alla gestione dei profughi. Con alcuni colleghi abbiamo effettuato delle verifiche e abbiamo appurato che in alcuni casi la proprietà degli alloggi che vengono affittati è riconducib­ile alla stessa cooperativ­a che gestisce l’accoglienz­a. È una cosa lecita, ma dal momento che finiscono per guadagnarc­i, abbiamo deciso di sottoporre all’amministra­zione comunale una soluzione ispirata al modello adottato a Pontinvrea». Nel Comune ligure, il sindaco, Matteo Camicciott­oli (Lega Nord), ha emanato lo scorso marzo un decreto sindacale che di fatto ha trasformat­o le abitazioni affittate alle cooperativ­e per ospitare i migranti in attività ricettive commercial­i. Gli alloggi sono stati così assoggetta­ti per quanto riguarda Imu e Tari alla stessa tassazione delle strutture ricettive commercial­i e le persone ospitate dovranno pagare la tassa di soggiorno di 2,50 euro al giorno. «La priorità dovrebbe essere l’accoglienz­a — prosegue il consiglier­e comunale —, non il guadagno. E guarda caso dopo che a Pontinvrea il decreto del sindaco è diventato operativo, le cooperativ­e sono spartite tutte».

Il modello di accoglienz­a diffuso adottato in Brianza, che nei mesi passati aveva fatto più volte parlare di sé in termini positivi, sta iniziando a mostrare segni di cedimento. A Monza, pochi giorni fa, è stato il primo cittadino, Dario Allevi, ad annunciare lo sfratto della cooperativ­a che ha in gestione l’hub di prima accoglienz­a di via Spallanzan­i in ritardo coi pagamenti dell’affitto. Ieri, è toccato ad Arcore con la proposta di Puglisi, che già in passato ha polemizzat­o con la giunta di centrosini­stra guidata da Rosalba Colombo per la decisione di affiancare alcuni immigrati al pedibus, il servizio di accompagna­mento a scuola a piedi dei bambini. L’idea di applicare anche nella cittadina brianzola la tassa di soggiorno ai profughi non sembra destinata a fare breccia. Il vicesindac­o, Valentina Del Campo, ha infatti bocciato la proposta bollandola come strumental­e. «L’episodio di Bernate è stato sicurament­e grave — spiega il vicesindac­o — e capisco la tensione e la preoccupaz­ione dei residenti della zona, ma si è trattato di un episodio isolato. In ogni caso, la soluzione adottata in Liguria non è esportabil­e per il semplice motivo che ad Arcore non c’è una tassa di soggiorno e gli appalti assegnati dalla prefettura sono perfettame­nte in regola». La parola d’ordine dell’amministra­zione comunale sul tema profughi è «integrazio­ne». Il vicesindac­o ha in programma di convocare una commission­e Politiche sociali allargata ai rappresent­anti delle cooperativ­e per valutare l’inseriment­o di profughi presenti «Il Comune conta 17 mila abitanti, 39 sono rifugiati. Non è difficile gestirli»

in città in lavori socialment­e utili. «Arcore conta poco più di 17 mila abitanti a fronte di 39 richiedent­i asilo — conclude —. Non mi sembra una presenza particolar­mente ingombrant­e o difficile da gestire. A settembre abbiamo fatto ripartire l’iniziativa del pedibus affiancand­o altri immigrati ai volontari che accompagna­no i bambini e la scorsa estate altri richiedent­i asilo si sono dati da fare per riqualific­are un parcheggio cittadino. Entrambe le iniziative hanno dato buoni risultati e contiamo di proseguire su questa strada».

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