Nuovo comitato scientifico al Pac
Vento fresco soffia sul Pac. Che, in attesa del sospirato museo dedicato, ha in carico a Milano la narrazione sulle tendenze artistiche del XXI secolo. Ieri sono stati presentati il nuovo comitato scientifico e la nuova programmazione, che per la prima volta si articola su due anni con un bel respiro. Sono sempre mostre di studio, d’indagine, d’attualità quelle prodotte e curate del Pac, vale la pena sottolinearlo: sempre più si delinea così la sua natura di «centro di ricerca capace di sperimentare e osare», come lo ha definito ieri l’Assessore alla Cultura del Comune Filippo Del Corno. Primo punto il comitato, scelto con un occhio all’internazionalità e un altro alla collaborazione con atenei e musei milanesi. Cinque i componenti: Ferran Barenbilt, direttore del Museo d’Arte Contemporanea di Barcellona, Silvia Bignami, professore d’Arte Contemporanea in Statale, Emanuela De Cecco, docente della stessa materia all’Università di Bolzano, Iolanda Ratti, conservatore del nostro Museo del 900, e Diego Sileo, dal 2012 curatore del Pac. A questo staff di studiosi è stato affidato il palinsesto 2018-19 secondo precise linee di strategia e contenuto: periodiche giornate di studio (le prime in febbraio in onore di Lea Vergine), project room per collaborazioni interdisciplinari con altre istituzioni, sostegno ad associazioni di volontariato che operano attraverso l’arte. E poi il clou delle esposizioni, quattro l’anno. La mostra di primavera, in marzo, è dedicata ad un artista internazionale, nel 2018 la messicana Teresa Margolles, nel 2019 l’italo-brasiliana Anna Maria Maiolino. Quella estiva continua il solco dell’esplorazione dell’arte a livello globale, prossima tappa il Brasile, in seguito il Giappone. In autunno spazio a un artista italiano, prima Eva Marisaldi e poi Cesare Viel. Nella stagione invernale omaggi ai grandi maestri italiani tra architettura e design, Enzo Mari nel ‘18 e i fratelli Gardella nel ’19. Molte le figure femminili, un segno che piace.