Le scelte originali del giovane Gassmann
Jacopo mette in scena due atti unici dell’inglese Chris Thorpe sul pregiudizio e l’estremismo
L’ultimo erede della stirpe dei Gassmann, Jacopo, è teatralmente un curioso: preferisce stare dietro le quinte come regista in cerca d’una drammaturgia contemporanea capace di renderci inquieti, colma di probabilità e imprevisti, sempre lisciandoci contro pelo. Ha trovato la sua miccia nel giovane premiato inglese Chris Thorpe, che sarà a Milano per la presentazione all’Elfo degli atti unici «There has possibly been an incident» (con Francesco Bonomo, Enrico Roccaforte, Cinzia Spanò) e «Confirmation» (con Nicola Panelli). «Thorpe — dice Gassmann — è uno studioso, un filosofo, oggi autore di residenza al Royal Court e si occupa di indagare nei processi mentali, smontando la scatola dei cosiddetti pregiudizi di conferma, quelli cioè che elaboriamo prima dell’esperienza, a prescindere».
«Deve esserci stato un incidente» parla delle scelte morali e si divide in cinque sezioni. Tre monologhi di persone anonime che si sono trovate al centro di eventi storici negli ultimi 30 anni: il ragazzo con la borsa della spesa in piazza Tienanmen, un rivoluzionario che nella Romania di Ceausescu depone il tiranno scoprendo però che la storia si ripete; una donna in panne affettiva che, in clima da 11/9, si trova su un aereo e sente un presagio. «È come un monitoraggio di codi scienze con un dubbio etico sistematico che si conclude nel dialogo con lo stragista (Breivik) che il 22 luglio 2011 uccise 77 ragazzi nell’isola di Utoya e poi con un l’uomo che provò a fermare in quell’isola l’emorragia del Male. Lui è una celebrazione del potere della volontà, chi vuole agire sul destino, sul corso delle cose: finisce con un coro». Il monologo «Confirmation» parte da quel meccanismo psicologico per cui pensiamo di aver ragione prima di discutere, un incontro di opposti estremismi. «Thorpe ha conosciuto il prof. Jonathan Haytt cercando di capire com’è possibile che esistano menti di destra e sinistra, concludendo che tutti noi abbiamo diversi recettori che si attivano. Thorpe provoca, gioca e chiama in causa, quasi come in una conferenza, la platea, con giochi alla lavagna, quiz, test per arrivare alla tesi che ognuno ha i suoi pregiudizi da combattere». Ed ecco l’incontro con un blogger, un carteggio e invasione in platea per discutere temi noti come l’immigrazione e la crisi. «Tesi: bisogna arrivare a snidare le idee altrui proprio perché opposte alle nostre, perfino se è la negazione dell’Olocausto. Lo stesso autore ha detto che c’è un’ottusa, stupida inflessibilità alla base di ogni estremismo. E che dopo questa esperienza si sente più progressista, ma di un certo tipo, aggressivo». Viene in mente di tutto un po’, da Kant a Nietzsche alla neuroscienza, e Gassmann vorrebbe parlare a una certa sinistra che eredita valori precostituiti senza averli elaborati. Riferimenti ottimi e abbondanti.