Se sul palco dorato del Piermarini arriva Paolo Rossi
Compagni, tutto è sdoganato! Se anche Paolo Rossi esce dall’antagonismo per entrare nel sancta sanctorum della borghesia tradizionalista, se Paolo Rossi lascia per qualche sera il centro sociale per il tempio di quelli che c’hanno i danée vuol dire che la Rivoluzione è diventata un pranzo di gala. Paolo Rossi sostituirà Nino Frassica nella parte del carceriere Frosch in «Die Fledermaus» («Il pipistrello») alla Scala dal 19 gennaio, diretto da Zubin Mehta e con regia di Cornelius Obonya. La parte parlata di Frosch, il carceriere ubriaco di Schligowitz che prepara il rapporto al direttore delle carceri Frank, mentre Alfred canta nella sua cella, è uno dei momenti comici più attesi nella «Fledermaus» e tradizionalmente affidata ai cabarettisti più apprezzati. La produzione che segnerà il debutto assoluto del capolavoro di Johann Strauss alla Scala segnerà pure quello di Paolo Rossi. Il quale, nel 1978 fece parte del Coro nella «Histoire du Soldat» di Igor Stravinskij prodotta dalla Scala ma al Teatro Lirico, con direzione di Donato Renzetti e regia, però, dell’amico Dario Fo. Il quale aveva organizzato due collettivi per accompagnare le scelte registiche. Questo era stato anche l’esordio per il comico di Monfalcone, che poi ottenne successo con il Teatro dell’Elfo e, negli anni Ottanta, anche con i film di Carlo Vanzina. Nel 2003 su Raiuno, da Bonolis, non gli lasciarono recitare il discorso di Pericle sulla democrazia e se ne andò. Dunque un appuntamento che potrebbe essere ancora più divertente. (p.pan.)