Gori in corsa, attacchi da M5S e Lega
Le priorità del candidato pd: sanità, infanzia e sicurezza. «Ma si dimetta subito da sindaco»
Un patto per il lavoro, l’azzeramento delle liste d’attesa nella sanità, l’impegno per cure odontoiatriche gratuite per tutti i bambini e la promessa di rendere sicuri i treni. Dopo l’investitura dalla direzione regionale del Pd, Giorgio Gori si concentra sul programma e sulla campagna elettorale. Al Pirellone intanto è vicino l’accordo sulla bozza autonomista da portare nella trattativa con Roma.
Un patto straordinario per il lavoro destinato ai giovani e alle donne, l’azzeramento delle liste d’attesa nella sanità, l’impegno per cure odontoiatriche gratuite per tutti i bambini e infine la promessa di rendere sicuri i treni e le stazioni dei pendolari.
Dopo l’investitura ufficiale arrivata lunedì dalla direzione regionale del Pd, Giorgio Gori si concentra sul programma e sulla campagna elettorale: sabato 18 novembre è in agenda la prima convention di lancio della candidatura all’auditorium di largo Mahler e sul palco potrebbero salire, tra i tanti, Beppe Sala, Emma Bonino e Giuliano Pisapia. Intanto la squadra del sindaco di Bergamo è al lavoro. Archiviata l’ipotesi delle primarie invernali, il confronto con i «ribelli» di Mdp si giocherà, nelle prossime settimane e nei prossimi mesi, intorno al programma elettorale che la coalizione di centrosinistra saprà mettere sul tavolo. Un programma che, anche per questo, Gori vorrebbe il più «riformista e avanzato» possibile. «Solo con una piena e buona occupazione si può sperare di assestare un colpo importante alle diseguaglianze in Lombardia», si legge nella bozza in elaborazione. Si parla di giovani Neet, quelli che non studiano né lavorano, e di occupazione femminile. La ricetta per adeguarci al resto d’Europa? «Abbattere i fattori che allontanano la donna dal mondo del lavoro, potenziando i servizi per l’infanzia e gli asili nido, occupandoci dell’assistenza degli anziani non autosufficienti anche attraverso progetti di residenzialità leggera, servizi diurni e incrementando l’assistenza domiciliare».
Capitolo sanità. «Serve, come hanno fatto con successo altre Regioni a partire dall’Emilia-Romagna, un piano straordinario di azzeramento delle liste di attesa, a garanzia del diritto di esigibilità delle prestazioni sanitarie per i cittadini». Sempre in tema di salute, il fattore sorriso: «Oggi il 90 per cento della popolazione ricorre per l’odontoiatria al mercato privato e la conseguenza è che i cittadini, se non hanno la possibilità economica, non si curano i denti. Noi da subito garantiremo cure odontoiatriche gratuite per tutti i bambini fino al sesto anno di età, integrando ciò che è già previsto dai Lea nazionali, perché solo partendo così presto si può diffondere la cultura della prevenzione». E infine, il capitolo della sicurezza, con un’angolatura dedicata alla vita dei pendolari. Il candidato del centrosinistra promette «investimenti mirati sull’accessibilità di treni e stazioni con più personale dedicato, più tecnologia ed accordi con imprese ed associazioni culturali». Obiettivo? «Le stazioni devono tornare ad essere luoghi di aggregazione riempiendosi di funzioni e servizi».
Da candidato (governatore) da nemmeno mezza giornata, Gori deve però guardarsi dalla primissima richiesta di dimissioni (da sindaco). «Bergamo ha bisogno di un primo cittadino realmente interessato a lavorare per la città e concentrato sui problemi dei bergamaschi, non sulla sua personale carriera politica. Lui non può usare la sua poltrona come salvagente», attacca il consigliere regionale del Movimento Cinque Stelle Dario Violi.
I tempi della scelta La legge concede 90 giorni dall’elezione per decidere sull’incarico in Comune
Richiesta identica arriva dal segretario lombardo della Lega Nord Paolo Grimoldi: «Gori si dimetta subito da sindaco, si concentri solo sulla sua campagna elettorale per la Regione e lasci amministrare la città a chi ha veramente a cuore gli interessi di Bergamo e non quelli di carriera personale». Il centrodestra tappezzerà nei prossimi giorni la città di manifesti contro il sindaco «traditore dei bergamaschi». Ma Gori non si dimetterà a breve. La legge gli assegna novanta giorni di tempo dalla eventuale elezione al Pirellone (come semplice consigliere o come governatore, si vedrà) per scegliere cosa fare. Il sindaco di Bergamo attenderà quindi quel termine. «Esattamente — fanno notare dal suo entourage — come tutti i sindaci eletti in Regione in questi anni».
Da segnalare infine la delusione di Fabio Pizzul, consigliere regionale del Pd che non ha mai nascosto l’ambizione di correre alle primarie ora cancellate. «Continuo a credere che sarebbero servite. E sarebbero state utili soprattutto per Gori e se celebrate per tempo (appena dopo l’estate, per esempio)», ha ribadito ieri Pizzul: «I partiti, con il Pd nel ruolo di guida che gli compete nel centrosinistra, hanno scelto legittimamente un’altra strada e ne prendo atto. Ora sosterrò Giorgio senza alcuna riserva; conta il risultato finale e non le partite personali».