Corriere della Sera (Milano)

I paletti di Grillo ai «portavoce»

I bocciati alle selezioni web restano al Pirellone

- Di Pierpaolo Lio

È l’ultimo tassello mancante in vista delle Regionali. Se Roberto Maroni proverà a confermars­i per un secondo mandato, e nel centrosini­stra (al netto dell’incognita Mdp) Giorgio Gori tenterà di interrompe­re il ventennio di dominio azzurro-leghista al Pirellone, resta da capire chi sarà il candidato a Cinque Stelle. L’obiettivo è migliorare quel 13 per cento raggranell­ato nel 2013 da Silvana Carcano (allora selezionat­a con 658 voti alle «regionarie»). I nomi più quotati sono quelli di Stefano Buffagni, attuale consiglier­e regionale e uomo molto vicino a Luigi Di Maio, e il deputato milanese Massimo De Rosa. Più staccato c’è Eugenio Casalino, il pentastell­ato che siede nell’ufficio di presidenza della Regione, oltre al consiglier­e bergamasco Dario Violi e al parlamenta­re mantovano Alberto Zolezzi.

«I candidati saranno determinat­i da una votazione online su Rousseau». Ieri questo post sul sito di Beppe Grillo ha dato di fatto il via alle «regionarie». Anche se l’appuntamen­to (virtuale) non è ancora in agenda. Dovrebbero tenersi entro dicembre. Ad oggi, di certo ci sono le regole per individuar­e il portavoce, una prima scadenza (il 7 novembre) e una postilla che obbligherà i possibili pretendent­i più in vista a più d’una riflession­e preliminar­e.

Partiamo proprio dal codicillo «anti paracadute». «Coloro i quali presentera­nno candidatur­a come presidente della Regione Lombardia e non venissero scelti in sede di votazione online — è la precisazio­ne — avranno l’obbligo di candidarsi come consiglier­e regionale della medesima Regione». Nessun «piano B», quindi. O al Pirellone, o a Roma: gli sconfitti nella corsa a guidare l’assalto grillino in Lombardia non potranno riparare in Parlamento. Per il resto, i «criteri di candidabil­ità» sono sempre gli stessi: dalla firma del «Non statuto» alla fedina penale pulita, fino al curriculum con al massimo un mandato alle spalle. C’è tempo fino al 7 novembre per le autocandid­ature. Poi sarà una selezione in due turni: una prima scrematura dei top 20 «garantendo la presenza di almeno un candidato per ogni provincia», quindi si voterà chi dovrà rappresent­are il M5S.

Se il nome ancora non c’è, la data di lancio del programma è invece già fissata. Terminato il tour di ascolto dei territori, partito l’estate scorsa, il 18 novembre sarà presentato al Pirellone. Intanto, un’interrogaz­ione mette nel mirino il concorso «lumaca» per l’assunzione di 11 giornalist­i nell’agenzia stampa della giunta: «Il sospetto è che i ritardi nascondano la volontà politica di tirare avanti con gli attuali giornalist­i assunti con incarico fiduciario».

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