CODICI INFORMATICI E FISCALI LA BUROCRAZIA È UN’ODISSEA
Caro Schiavi, segnalo due episodi di ordinaria follia burocratico-informatica (una riguarda me e l’altra mia moglie) che ci riportano agli anni dell’unità d’Italia. Sono un medico di medicina legale a tempo pieno presso una Asst milanese; e come tale ho ovviamente accesso ai dati dell’Inps per gli invalidi residenti nel territorio di competenza. Per accedere alla consultazione delle pratiche Inps occorre, ovviamente, un Pin. Per ottenere tale Pin, nel 2010 o 2011, la mia azienda (allora Asl), mi fece compilare un modulo cartaceo da trasmettere all’Inps in cui, tra le altre cose, mi si chiedeva il numero di tessera dell’Ordine dei Medici: e io scrissi tale numero. Dopo poche settimane scoprii che per l’Inps, e solo per l’Inps, il numero di tessera è il numero di iscrizione all’Ordine. Mi sono attivato, subito e a più riprese, chiedendo a tutte le gerarchie di modificare quel numero, ma non c’è stato nulla da fare: rimarrà impresso per l’eternità nei server dell’Inps. Quel numero non si può modificare.
L’episodio che riguarda mia moglie è molto simile. Insegnante di scuola elementare, dovrebbe entrare nella piattaforma Sofia del Miur per iscriversi ai corsi di aggiornamento. Quando prova a registrarsi, il sistema dice che esiste già un’utenza con quel codice fiscale. Chiediamo, quindi, di mandare il nome di login alla email collegata: la risposta è che il dato è stato mandato all’indirizzo email e di controllare la posta. Già, ma quale indirizzo? Nessun lo sa, infatti controllando tutti gli indirizzi attivi non c’è nessuna traccia di comunicazione del Miur. Anche qui lettere, telefonate con il messaggio «…gli operatori sono tutti occupati, vi preghiamo di riprovare più tardi». Ora, il codice fiscale di mia moglie è collegato: alla Tessera sanitaria (che doveva essere il sistema universale di accesso alla Pubblica amministrazione), a quel delirio informatico-burocratico chiamato Spid per la carta del docente, all’Agenzia delle Entrate, al Mef per scaricare cedolino stipendiale e Cu. Domanda: è così complicato uniformare i dati di accesso partendo dal codice fiscale? È così delittuoso dire a quale indirizzo mail è stato mandato il login? È un’impresa disperata collegare quella piattaforma allo Spid e alla tessera nazionale dei servizi? Renato Maria Ferrari
Ai posteri l’ardua sentenza… La burocrazia parte dal presupposto che è il cittadino a dover dimostrare di essere nel giusto. Anche quando riceve un codice sbagliato. E il numero verde è inesorabile: dobbiamo sempre riprovare più tardi.