Il Requiem di Verdi con Boncompagni
Come la Nona a Capodanno, mutuando la tradizione viennese che a san Silvestro intona l’Inno alla gioia alla Konzerthaus; come le Passioni bachiane durante la Settimana Santa, replicando a sud delle Alpi un’usanza tedesca e mitteleuropea; ma la «Messa da Requiem» di Verdi per la settimana dei santi e dei morti è invece un’idea tutta italiana, non a caso legata a uno dei nostri massimi operisti. Così da domani in Auditorium (ore 20.30, venerdì ore 20, domenica ore 16, largo Mahler, € 20-52) si ripete uno dei tre appuntamenti immancabili in ogni stagione della Verdi; tutti e tre voluti e promossi da Riccardo Chailly quando guidava l’orchestra, e che proprio del Requiem regalò interpretazioni memorabili. Poi, negli anni, il capolavoro sacro del Cigno di Busseto si è ripetuto nelle interpretazioni di maestri come l’attuale direttore artistico Ruben Jais, gli americani Wayne Marshall, John Axelrod, l’ex direttore musicale Zhang Xian, Aldo Ceccato e Jader Bignamini. Questa volta a guidare la Verdi e il suo coro (istruito da Erina Gambarini, che ne ha ereditato la guida dall’indimenticato Romano Gandolfi) è Elio Boncompagni, che in Auditorium si era già fatto apprezzare con Brahms e la Nona di Beethoven. Già assistente del mitico Tullio Serafin, da quarant’anni è apprezzato interprete del teatro verdiano oltre che di Nino Rota.