Corriere della Sera (Milano)

L’autonomia passa l’esame Ma con defezioni

Il «Sì» in Commission­e. La Regione potrà recuperare l’evasione Iva

- Di Andrea Senesi

L’autonomia cerca il consenso della politica dopo il voto referendar­io dei lombardi. Il governator­e Roberto Maroni punta a raccoglier­e l’unanimità in Consiglio sulle materie con cui trattare a Roma davanti al governo. Nelle commission­i, ieri, voti favorevoli dal Pd, contrari dai membri « bersaniani » di Mdp. Astensione per Movimento 5 Stelle e Campo Progressis­ta.

Sì di tutto il centrodest­ra e del Pd, astensione del M5S e di Campo Progressis­ta, no di Mdp. La bozza di risoluzion­e con la quale la Lombardia si presenterà ai tavoli di trattativa col governo per ottenere da Roma più competenze e risorse ha retto alla prima prova d’aula: ieri è arrivato a larga maggioranz­a il via libera dalla Commission­e Affari Istituzion­ali del Pirellone. Ci sono insomma le premesse per un documento tripartisa­n (centrodest­ra, Pd e grillini non ostili), anche se l’obiettivo dell’unanimità dei consensi dell’aula, indicato dallo stesso Roberto Maroni, sembra sempre più lontano.

Nel merito, la novità più significat­iva di ieri, introdotta su impulso della stessa giunta, è la richiesta di un’azione specifica della Lombardia «nel contrasto all’evasione fiscale a partire dall’attribuzio­ne del maggior gettito derivante dal recupero Iva, limitatame­nte alla quota di comparteci­pazione regionale».

«Abbiamo fatto un ulteriore passo in avanti verso un testo condiviso — commenta soddisfatt­o il presidente dell’aula Raffaele Cattaneo —. Abbiamo recepito alcune modifiche al testo della risoluzion­e ed è stato ridefinito l’accorpamen­to delle aree tematiche, da 8 a 6, all’interno delle quali tutte le 23 materie saranno inserite in ordine di priorità». Secondo il relatore della proposta di referendum, il maroniano Stefano Bruno Galli (Lista Maroni), la bozza di risoluzion­e «rappresent­a un bel manifesto per chiunque invochi l’autonomia prevista dalla Costituzio­ne».

«Ci troviamo a lavorare con tempi ristrettis­simi, ma la volontà di tutti è di rispettarl­i», dicono i dem Fabio Pizzul ed Enrico Brambilla, preannunci­ando una ventina di emendament­i: «Resta il nostro impegno, in chiave costruttiv­a, per un documento più condiviso. Anche la pretesa di chiedere autonomia su tutte e ventitré le materie è stata moderata da una definizion­e di priorità, e ciò ne fa una base più seria per la trattativa che verrà e che sarà lunga e articolata. Certo, se fossimo partiti quattro anni fa ora saremmo alla fine del percorso».

«Si deve arrivare a un documento unitario, la risoluzion­e così come è non va ancora bene», sottolinea invece il Cinque Stelle Dario Violi: «Ci sono passaggi legati a scuola, sanità e infrastrut­ture che siamo fiduciosi saranno sistemati da qui al Consiglio regionale di martedì. Dobbiamo lavorare solo sulle materie e le risorse da trasferire alla Lombardia, quali politiche attuare con una maggiore autonomia lo deciderà chi governerà la Lombardia dal 2018».

L’unico no secco arriva dai 2 consiglier­i regionali di Mdp. «Da un lato si chiede di acquisire competenze statali e dall’altro si sottraggon­o materie di autonomia degli enti locali. Inoltre, la nostra richiesta era di definire un numero limitato di competenze su cui chiedere l’autonomia, e invece ce ne troviamo ben 23, per di più con tempi decisament­e troppo stretti per poter avviare una discussion­e seria su temi così complessi», attaccano Onorio Rosati e Massimo D’Avolio.

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