Ema, la spinta viene dal Baltico
Esattamente come per Expo. In quel caso si dovevano convincere 170 Paesi nel mondo a votare Milano come sede dell’esposizione. Questa volta solo 28 Paesi europei, ma la partita rischia di essere ancora più difficile. Stiamo parlando di Ema. Ieri, una folta delegazione di imprenditori, insieme a Mario Vanni, capo di gabinetto del sindaco Beppe Sala, è volata nei Paesi baltici per promuovere Milano come nuova sede dell’Agenzia del farmaco che dovrà lasciare Londra dopo la Brexit. Voti fondamentali, perché Lettonia, Lituania ed Estonia non hanno un candidato ufficiale e la loro alzata di mano vale quanto quella della Francia o della Germania. Prime due tappe a Riga, capitale della Lettonia, e Vilnius in Lituania, mentre la missione in Estonia è prevista per l’8 e 9 novembre. «In questi momenti fondamentali — ha sottolineato Vanni— la città parla con una voce sola». Ci sono state tavole rotonde con aziende locali e associazioni camerali, incontri bilaterali con rappresentanti istituzionali a partire dal vicepremier lettone, nonché ministro dell’Economia, Arvils Ašeradens, con l’ufficio del sindaco di Riga, Nils Ušakovs e rappresentanti di organizzazioni come l’Agenzia statale degli investimenti della Lettonia, l’Agenzia per gli investimenti della Lituania e la Confederazione degli industriali lituani. «Ormai mancano pochi giorni e io non penso che i giochi siano fatti — ha detto il sindaco Sala —, ci sono ulteriori spazi di verifica sulle intenzioni dei Paesi. Non è escluso che prima del 20 io vada ancora all’estero, stiamo verificando dove potrebbe essere più utile la mia presenza. Nessuno sa come andrà a finire ma l’importante è non lasciare nulla di intentato».