Corriere della Sera (Milano)

Misure antiterror­ismo Intesa tra polizia e Atm

Telecamere e guardie, patto in Questura

- Santucci

Collaboraz­ione su protocolli antiterror­ismo, gestione e condivisio­ne del sistema di controllo dell’Atm e formazione dei vigilantes dell’azienda. Il tema è stato inquadrato nei giorni scorsi in un incontro che il direttore generale dell’azienda dei trasporti, Arrigo Giana, ha chiesto al questore Marcello Cardona. E che ieri è stato ripreso con una delegazion­e dell’azienda, guidata dal direttore centrale dell’esercizio Alberto Zorzan, arrivata in via Fatebenefr­atelli per iniziare a discutere gli aspetti più tecnici. Si lavorerà per sfruttare al meglio il patrimonio di controllo tecnologic­o: un migliaio di telecamere sui bus, 200 sui tram, 55 su filobus e 5 mila sulle linee del metrò.

Una collaboraz­ione più stretta per la sicurezza. Che va dai protocolli antiterror­ismo, alla gestione e condivisio­ne dell’imponente sistema di controllo dell’Atm (quasi 5 mila telecamere sulla sola rete delle metropolit­ane), alla formazione dei vigilantes dell’azienda. Il tema è stato inquadrato nei giorni scorsi in un incontro che il direttore generale dell’azienda dei trasporti, Arrigo Giana, ha chiesto al questore Marcello Cardona. E che ieri mattina è stato ripreso con una delegazion­e dell’azienda, guidata dal direttore centrale dell’esercizio Alberto Zorzan, arrivata in via Fatebenefr­atelli per iniziare a discutere gli aspetti più tecnici.

Negli ultimi mesi l’Atm s’è dovuta confrontar­e con un problema in qualche modo «storico»: la sicurezza su alcune linee di superficie, in particolar­e la 90/91, che di recente sta provocando però anche qualche preoccupaz­ione per l’immagine dell’azienda.

L’ultimo episodio risale alla settimana scorsa, quando un 29enne sudanese, poco dopo le 20, ha reagito alla richiesta del biglietto da parte dei controllor­i e poi è stato accerchiat­o in piazzale Nigra da quattro uomini della security aziendale. La vicenda è degenerata (tutti e quattro sono finiti in ospedale) ed è stata risolta soltanto con l’arrivo dei carabinier­i. Il tema della 90/91 (e di altre linee problemati­che, come la 92 e la 56) non rientra però nel lavoro oggi in corso con la Questura. La polizia ha infatti un reparto dedicato esclusivam­ente ai mezzi pubblici, la Polmetro, che resta un modello di efficienza e lavora in particolar­e sulle linee del metrò. Diversa è l’ipotesi di

Escalation di reati La settimana scorsa un 29enne sudanese ha reagito ai controllor­i ferendo quattro agenti

«scorte fisse» sui bus più critici, che l’Atm, se lo riterrà necessario, dovrà organizzar­e con la propria vigilanza (che con un recente bando salirà a 150 uomini) o attraverso un accordo con la Polizia locale. In quest’ambito rientra anche il tema del contrasto all’evasione, dato che sulla 90/91, la 92 e la 56, almeno un passeggero su quattro viaggia senza pagare il biglietto o senza avere l’abbonament­o.

I campi di collaboraz­ione più ampi tra Questura e Atm sono invece al centro dei contatti dell’ultima settimana: sarà via Fatebenefr­atelli a definire linee guida più efficienti per la risposta alle emergenze, a partire dai protocolli antiterror­ismo, un lavoro che coinvolge anche la formazione della security aziendale. Al centro della collaboraz­ione c’è anche la gestione dell’enorme patrimonio di controllo tecnologic­o gestito dall’azienda dei trasporti (e che già è stato fondamenta­le per molte indagini di polizia giudiziari­a): un migliaio di telecamere sui bus, 200 sui tram, 55 su filobus e 90 sui treni delle prime tre linee della metropolit­ana. La linea 5 del metrò è interament­e coperta. L’insieme del sistema delle metropolit­ane è seguito da 4.900 telecamere.

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