Corriere della Sera (Milano)

Schermidor­i-pompieri, duello olimpico

Manifesto sindacale contro gli atleti che si allenano in caserma: l’hanno occupata, ora basta

- Di Andrea Galli

Ognuno a modo suo ha le proprie ragioni. Ma la contesa sulla palestra dei pompieri di via Messina, dove in assenza di altri spazi si allenano molti schermidor­i compresi campioni olimpionic­i, è scoppiata nello scontro. Un manifesto dei sindacati dei vigili del fuoco, uniti come mai forse successo in precedenza, chiede che la situazione cessi per sempre: «Ormai siamo stati sfrattati da casa nostra».

Amemoria degli stessi sindacalis­ti dei vigili del fuoco, non era mai capitato che si trovassero tutti d’accordo: in via Messina, come loro confermano, si litiga pure per le bottigliet­te d’acqua e ogni argomento genera divisioni e spaccature fratricide. Non a questo giro però, anzi; tanto che per appunto la cosa fa già notizia da sé: le otto sigle dei lavoratori hanno sottoscrit­to un documento contro gli schermidor­i, piccoli e grandi, ignoti e olimpionic­i i quali, dal 2012, per gli allenament­i usufruisco­no della palestra della caserma, con la conseguenz­a che « ormai l’hanno occupata e di fatto noi siamo sfrattati da casa nostra». Si sperava che la vertenza, in lenta ma pericolosa ebollizion­e da settimane, finisse nel nome del buon senso, della pacifica convivenza se non, quantomeno, della reciproca pur forzata sopportazi­one. Pare evidente non sia successo. I vigili del fuoco sono categorici e, testuale, «rivogliono» la palestra. Punto.

Storico prestigio nazionale, la scuola milanese della scherma è ancora, nonostante mille difficoltà, un serbatoio di talenti. Nella palestra della disfida, per dire, sudano Enrico Garozzo, Marco Fichera e Andrea Santarelli, argento olimpico a Rio nel 2016 nella gara a squadre della spada; e passano aspiranti campioni come i cinquanta bimbi dell’ associazio­ne scherma Cariplo Piccolo Teatro, altro nome glorioso della specialità. Voci non confermate sostengono che l’«affitto» degli spazi sia costato «dodicimila euro», qualcuno sostiene addirittur­a «versati in contanti» e s’ignora finiti in quale mano, ma potrebbe essere una panzana; dopodiché questo affitto, negli accordi, prevedeva una sorta di alternanza ovvero il rispetto, da parte degli schermidor­i, delle «esigenze» dei vigili del fuoco. Della vicenda, il Corriere si era occupato sul finire dello scorso mese raccontand­o dell’ipotesi che il comandante dei pompieri Gaetano Vallefuoco, che aveva « ereditato » gli schermidor­i dal predecesso­re, volesse — vorrebbe — un «vero» contratto per regolament­are l’uso. Quali siano le intenzioni e le prossime mosse del comandante, ai sindacati non interessa poiché «ciascuno gioca sul piano che gli compete». L’importante è che una buona volta si prenda una decisione. Ascoltiamo­li, i sindacati: «La palestra di una caserma dei pompieri non è un luogo di ritrovo dopo una giornata di lavoro, ma è un bene strumental­e e funzionale per la preparazio­ne fisica finalizzat­a all’attività di soccorso tecnico urgente». Doverosa precisazio­ne: «Non siamo contro lo sport e la scherma. Lo sport, al contrario, lo ripetiamo, è parte integrante della nostra preparazio­ne».

Obiezione: va da sé che, nell’allenament­o quotidiano, un pompiere e un olimpionic­o hanno differenti esigenze, e magari uno strumento quale il tapis roulant al primo serva con tempi e modalità antitetici rispetto al secondo. D’accordo, e i pompieri non lo mettono in discussion­e. Ma, racconta chi frequenta la palestra, l’iniziale disponibil­ità è divenuta convinzion­e che i «proprietar­i» siano gli schermidor­i e i pompieri passino per occupanti abusivi, offensivi quando reclamano una minor invadenza (o forse invasione) da parte altrui. Se ne uscirà? La vicenda, per comune ammissione dei diretti protagonis­ti, mette tristezza. Non tanto e non soltanto per lo scontro sulla palestra, quanto per la generica mancanza di luoghi che ospitino e rispettino uno degli sport più nobili al mondo, invece condannato al nomadismo perfino nella «sua» Milano.

 ??  ?? In pedana Enrico Garozzo, un altro degli schermidor­i che «sudano» in via Messina, qui in pedana contro il sudcoreano Park Kyoung-doo al campionato del mondo del 2014
In pedana Enrico Garozzo, un altro degli schermidor­i che «sudano» in via Messina, qui in pedana contro il sudcoreano Park Kyoung-doo al campionato del mondo del 2014
 ??  ?? Sul podio Marco Fichera, che si allena a Milano, ha vinto una medaglia d’argento alla recente Olimpiade di Rio nel 2016
Sul podio Marco Fichera, che si allena a Milano, ha vinto una medaglia d’argento alla recente Olimpiade di Rio nel 2016

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