Il G7 Salute rilancia la sfida Ema «Pressing su Francia e Germania»
Via al summit dei ministri. Lorenzin: vetrina da sfruttare, trattative serrate
La «lotteria» dell’Ema entra nella sua fase finale. Mancano 15 giorni al voto del 20 novembre quando i 27 Stati membri della Ue decideranno in quale delle 19 città candidate dovrà traslocare l’Agenzia del farmaco. Milano si prepara alla battaglia e non è un caso che il governo ha indicato proprio il capoluogo lombardo per ospitare il G7 della Salute che apre i suoi battenti oggi. Non solo una vetrina per la città, ma come dice il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, anche «un’occasione per parlare con Francia e Germania».
Il «Sistema Paese» si sta muovendo all’unisono. Esattamente come per Expo. Bilaterali, incontri, trattative, business community che si muove parallelamente alle istituzioni. Sono giorni frenetici. «Stiamo facendo una grande pubblicità di questa città, ma soprattutto stiamo facendo trattative a tutto spiano con gli
La lotteria del voto Ben 19 Stati su 27 hanno presentato una candidatura: il 20 novembre la scelta
altri Paesi. Io spero che Milano la sfanghi» dice Lorenzin. «Tutto il sistema Italia si sta muovendo nelle sue varie parti facendo un’unica partita che è quella per Milano. In questo mese — continua il ministro — abbiamo avuto contatti con tutti i Paesi, sia con quelli non candidati sia con quelli candidati per Eba e per Ema: stiamo lavorando sulla parte prettamente politica e negoziale perché per la parte tecnica Milano ha centrato tutti i requisiti richiesti». Nessuno si nasconde che si tratti di una partita complicatissima dove le ragioni geopolitiche sovrastano quelle tecniche: «L’Italia ce la sta mettendo tutta — conclude Lorenzin —. Le chance le abbiamo. La competizione, si sa, è durissima, ma siamo in partita». Una partita che non conosce soste: «Penso che non ci siano azioni risolutive o decisive — ha detto il sindaco Beppe Sala, impegnato ieri al Global Nutrition Summit — ma c’è un lavoro continuo che va fatto e anche questo del G7 è un momento per mostrare come Milano reagisce bene».
Un «lavoro» destinato soprattutto a superare la prima fase del voto, quella cruciale e anche quella più a rischio. Le città favorite restano Amsterdam, Copenaghen, Milano e in parte Vienna e Bratislava. Durante la prima delle due o tre votazioni, ogni Paese avrà a disposizione tre voti per designare la città preferita, due per la seconda e tre per la terza. Se una delle città candidate riceverà 14 voti di «prima fascia» (ossia il pacchetto di 3 voti) si porterà a casa Ema. Altrimenti le tre città più votate passeranno al secondo turno. Ed è proprio su questa prima fase che si appuntano i timori di giochetti di strategia politica che potrebbero penalizzare Milano grazie a blocchi di Paesi che si indirizzano unilateralmente su una delle avversarie del capoluogo lombardo. C’è il blocco dei Paesi del Nord divisi però tra le candidature di Amsterdam e Copenaghen. C’è il gruppo di Visegrad (Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia) che punterebbero direttamente su Bratislava o indirettamente su Vienna. Ci
Contatti avviati con tutti i Paesi: siamo in partita Beatrice Lorenzin
Vertice per mostrare che Milano reagisce bene Giuseppe Sala
La diplomazia La «squadra» italiana punta al secondo turno per sfruttare il blocco dei Paesi sudeuropei
sono però anche i Paesi Baltici, Estonia, Lettonia, Lituania che non hanno una propria candidatura e su cui l’Italia e Milano stanno lavorando intensamente. Non c’è invece, per ora, un blocco dei Paesi del Sud Europa, impegnata a votare le proprie città al primo turno. Ma quello che potrebbe apparire come uno svantaggio, potrebbe riguardare anche le altre favorite perché ben 19 Stati su 27 hanno presentato una loro candidatura: Amsterdam (Paesi Bassi), Atene (Grecia), Barcellona (Spagna), Bonn (Germania), Bratislava (Slovacchia), Bruxelles (Belgio), Bucarest (Romania), Copenaghen (Danimarca), Dublino (Irlanda),
Helsinki (Finlandia), Lilla (Francia), Milano (Italia), Porto (Portogallo), Sofia (Bulgaria), Stoccolma (Svezia), Malta (Malta), Vienna (Austria), Varsavia (Polonia), Zagabria (Croazia). Al secondo turno, ogni Paese avrà un voto a disposizione. Se nessuna delle tre città rimaste in lizza raggiungerà la maggioranza di 14, le prime due più votate passano al terzo turno. Chi ottiene 14 voti vince. In caso di pareggio, come nelle sfide internazionali di calcio di tanti anni fa, si ricorrerà al sorteggio. Tutte le votazioni si terrano nella giornata del 20 novembre. Ma c’è ancora un aspetto da chiarire. Quanto tempo deve passare tra un voto e l’altro? C’è chi lo vorrebbe uno dietro l’altro per evitare che i tempi morti servano per trattative poco trasparenti dell’ultimo minuto.