Corriere della Sera (Milano)

Dagli ospedali alle fabbriche Le «academy» per studenti ora chiedono regole chiare

Il Fai: normativa complicata. Assolombar­da: i percorsi siano utili

- di Federica Cavadini

Il Policlinic­o sta formando una squadra speciale di medici-tutor: «Troppe richieste dalle scuole, abbiamo la lista d’attesa». Anche all’università Statale, dove sono passati duemila stagisti e le prenotazio­ni sono in aumento, si stanno riorganizz­ando: «Per poter ospitare più ragazzi». E si stanno muovendo piccole imprese, artigiani e associazio­ni per accogliere i ragazzi dell’alternanza scuola-lavoro, dal 2015 percorso obbligator­io in tutte le scuole superiori. E da tanti, come dai ragazzi che hanno manifestat­o in piazza, arriva la richiesta di regole chiare, dalla definizion­e dei progetti ai compiti del tutor, c’è attesa per quella Carta dei diritti e dei doveri che la ministra Valeria Fedeli si è impegnata a presentare entro dicembre.

L’appello arriva anche dal Fai, che l’anno scorso ha coinvolto novemila ragazzi fra eventi e visite a beni e monumenti: «Le scuole sono state travolte dalla normativa che è uscita senza un regolament­o, sono costrette a improvvisa­re e la collaboraz­ione così diventa complicata», spiega Cristina Marchini, responsabi­le dell’Ufficio Scuola della fondazione. Soltanto a Villa Necchi quest’anno sono entrati come ciceroni un migliaio di liceali milanesi «e ne verrebbero anche di più — dice —. Serve però un intervento urgente del ministero, anche perché la legge prevede soltanto stage in luoghi di lavoro, non in monumenti e piazze per esempio».

Università e ospedali sono fra le destinazio­ni più richieste dai liceali. Al Policlinic­o le domande sono per i reparti di chirurgia, anestesia, rianimazio­ne come per i laboratori di radiologia e in due anni sono state attivate convenzion­i con oltre quaranta scuole. Spiega Fabio Agrò, direttore amministra­tivo dell’ospedale: «Arrivano anche studenti che si presentano come aspiranti medici, stanno in reparto due settimane con orario pieno e alcuni poi sono spiazzati dai ritmi, “è faticoso”, dicono. Servirebbe­ro però più medici disponibil­i a dedicare tempo ai ragazzi, stiamo raccoglien­do adesioni».

Gli atenei hanno accolto migliaia di studenti, dalla Bicocca fino al Politecnic­o. La Statale ne aspetta tremila: «Chiedono di entrare nei laboratori di informatic­a e chimica, di medicina legale, nelle bibliotech­e e nei dipartimen­ti, da giurisprud­enza a veterinari­a», dicono in via Festa del Perdono. Alla Cattolica ne sono passati dai campus in Lombardia quasi settecento e l’ateneo ha avviato uno studio sui diversi percorsi: «L’università ha proposto progetti per i singoli studenti come per le classi, dall’impresa formativa simulata agli stage estivi. Ne valutiamo i risultati».

Poi hanno aperto le porte enti pubblici, uffici comunali, il Consiglio regionale, artigiani, studi profession­ali, imprese. Hanno accolto oltre 17 mila studenti milanesi secondo uno studio della Camera di commercio, che tiene il Registro delle imprese per l’alternanza e che promuove il progetto, così come l’associazio­ne degli industrial­i. «Purché con le scuole si pianifichi­no percorsi utili», sottolinea Ales-

sandro Enginoli, presidente Piccola Industria di Assolombar­da. «Soltanto così può essere uno strumento efficace per colmare la distanza tra le conoscenze degli studenti e la capacità di applicarle in azienda». Gli industrial­i hanno presentato nei giorni scorsi uno studio sui progetti di alternanza nelle scuole della regione. Quasi nove su dieci prevedono periodi di tirocinio in azienda. Anche se imprese come Ibm Italia fin qui hanno preferito la formula opposta: «Abbiamo proposto incontri con le classi nelle scuole, dal Berchet al Leonardo da Vinci con i nostri super esperti di tecnologia, anche per arrivare a coinvolger­e migliaia di studenti — spiega Enrico Cereda, presidente e ad di Ibm italia —. Adesso stiamo avviando gli stage in sede. E andiamo avanti».

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