Troppe incertezze sulla Finanziaria Nei conti comunali si rischia un buco da 200 milioni
Troppe incertezze legislative, troppe incognite per chiudere il bilancio comunale entro la fine dell’anno, non tanto il previsionale del 2018, quanto le annualità 2019-2020. Il «buco» per la parte corrente è ancora avvolto nel mistero. Potrebbero essere 50 milioni nel migliore dei casi, potrebbero essere 200 nel peggiore. E fino a che il Documento di programmazione economica e finanziaria non verrà approvato le incognite restano tutte tanto che martedì il sindaco Beppe Sala volerà a Roma con altri primi cittadini per far sentire la propria voce in Commissione Bilancio al Senato. «Nell’ultimo incontro Anci, fatto a Catania, ho chiesto di essere convocati in Senato — dice Sala — perché lo slittamento sarà un problema più per la spesa che per gli investimenti. Sarebbe auspicabile, e così sarà, che prima di arrivare alla approvazione della legge di Bilancio in Parlamento sentano anche le nostre ragioni che sono di buonsenso». L’assessore al Bilancio, Roberto Tasca, è al lavoro. La prima pezza da mettere è quella che riguarda lo split payment, il nuovo meccanismo di liquidazione dell’Iva introdotto dalla legge di Stabilità del 2015, e poi fortemente riformato dal Dl 50 che prescrive alle pubbliche amministrazioni di versare direttamente all’erario l’imposta sul valore aggiunto addebitata in fattura dai loro fornitori. Significa, per esempio, che Atm adesso deve girare l’Iva dei biglietti direttamente allo Stato senza passare per il Comune. Il Comune a sua volta compensava l’Iva dovuta allo Stato con l’Iva a credito, mantenendo così liquidità nelle sue casse. Il nuovo giochetto significa 50 milioni di euro in meno di liquidità. Per far fronte a questa situazione, Tasca sta portando a casa la vendita delle caserme demaniali a Invimit: valore 50 milioni circa. Altra grana: il fondo crediti di dubbia esigibilità destinato a coprire il cento per cento del valore nel 2021. Per Palazzo Marino significa accantonare 60 milioni già nel 2018. Si prosegue con il fondo perequativo Imu-Tasi. Sarà riconfermato nel 2019 e nel 2020? Domanda da 42 milioni di euro. Andiamo avanti con l’addizionale Tasi. Confermata per il 2018, ma cosa succederà nel biennio successivo? Valore: 82 milioni di euro. «Le soluzioni? — chiede Tasca — Dipendono da quale sarà l’effettivo fabbisogno. Solo a quel punto si potrà tirare una riga».