Corriere della Sera (Milano)

Commission­e parlamenta­re per i rifiuti bruciati a Mortara

Sopralluog­o a dicembre dopo il rogo alla Eredi Bertè La denuncia dei residenti: «Ancora polveri e odori»

- di Luca Rinaldi

Sono passati quasi due mesi dall’incendio alla ditta Eredi Bertè di Mortara. Un rogo che ha richiesto una ventina di giorni di lavoro da parte dei vigili del fuoco per essere completame­nte domato vista la grande quantità di rifiuti stipati nel cortile dell’azienda. Un episodio che ha acceso un faro, l’ennesimo, sulla situazione dei rifiuti in provincia di Pavia e più in generale in Lombardia. Tanto che proprio allo stabilimen­to della Eredi Bertè è previsto per l’inizio di dicembre un sopralluog­o della commission­e parlamenta­re di inchiesta sul ciclo dei rifiuti presieduta da Alessandro Bratti. A confermarl­o è stato nella mattinata di ieri uno dei componenti della commission­e, il senatore Luis Alberto Orellana, che ha presenziat­o a un sit-in organizzat­o dall’associazio­ne Futuro Sostenibil­e in Lomellina fuori dai cancelli della ditta di via Fermi. «Nella prima settimana di dicembre — ha detto Orellana — saremo in missione in Lombardia e Veneto per alcuni sopralluog­hi nelle aziende che in questi mesi sono state al centro dei roghi. La legislatur­a è alla fine — conclude Orellana — e vorremmo chiudere in tempo le relazioni sul tavolo».

Dai passi dell’inchiesta parlamenta­re a quelli della Procura di Pavia. Le indagini prosefratt­empo guono: nei giorni scorsi i vigili del fuoco hanno depositato la relazione tecnica concludend­o come non sia stato possibile accertare le cause del rogo, dando per acquisito però che all’origine dell’incendio non vi fosse una autocombus­tione dei rifiuti. Scenari ancora aperti dunque per accertare le responsabi­lità ed eventuali colpe della proprietà che nel ha chiesto il dissequest­ro delle aree. Sotto la lente di ingrandime­nto degli inquirenti ci sono almeno quattro punti: il quantitati­vo di rifiuti stoccato, la divisione tra i cumuli prevista dai regolament­i, la loro tipologia e il funzioname­nto dell’impianto antincendi­o. Riguardo ai primi due punti i vigili del fuoco hanno sottolinea­to come il

quantitati­vo a una prima stima fosse superiore alle autorizzaz­ioni e di come la divisione fosse pressoché inesistent­e. Ulteriori accertamen­ti invece riguardano il funzioname­nto dell’antincendi­o e la presenza di scorie non autorizzat­e.

Fuori dai palazzi invece a destare ancora preoccupaz­ione tra la popolazion­e residente e i lavoratori della zona industrial­e sono i resti dei rifiuti bruciati che stazionano ancora sul piazzale del deposito attualment­e sotto sequestro dell’autorità giudiziari­a. «Dai cumuli si sollevano polveri e odori — denunciano alcuni lavoratori delle imprese vicine — che irritano e sono insopporta­bili».

L’arrivo delle piogge complica ulteriorme­nte le cose a livello sanitario e ambientale perché l’acqua che filtrerà dalle montagne di detriti e rifiuti ancora presenti finirà a terra e dunque in fognatura, diretta poi verso il depuratore cittadino. Grande attenzione è rivolta nei prossimi giorni anche ai due fiumi che attraversa­no la zona, cioè il Terdoppio e l’Agogna,

La relazione Ancora sconosciut­e le cause dell’incendio, è stata esclusa l’autocombus­tione

che da quel depuratore accolgono una parte delle acque. E proprio nel corso del sit-in organizzat­o ieri l’associazio­ne Futuro Sostenibil­e ha chiesto al Comune di Mortara, quindi al sindaco Marco Facchinott­i, «di trovare insieme alla magistratu­ra una soluzione per mettere l’area in sicurezza. C’è la necessità con l’arrivo delle piogge — ha detto la portavoce Alda La Rosa — di coprire i cumuli dei rifiuti rimasti con teli impermeabi­li per impedire l’afflusso delle acque di scolo alle fognature e al depuratore. Quello che non vogliamo — ha concluso La Rosa — è che ci si dimentichi troppo in fretta di questo episodio».

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy