Il lungolago Cadorna divide Lecco «Fu responsabile di un massacro»
La lista di sinistra: via il nome del generale. Il sindaco: nessun pregiudizio
«È stato uno dei principali responsabili di un inutile massacro. Un uomo dal carattere dittatoriale, che considerava unico rimedio alla sconfitta la fucilazione e la punizione, la repressione come sola forma di comando. Non merita l’intitolazione di una via». Alberto Anghileri, consigliere di «Con la sinistra Cambia Lecco» ha protocollato in queste ore in municipio la richiesta per modificare il nome del lungolago del capoluogo lariano nel tratto che si affaccia sulla zona della Malpensata.
A cento anni da una delle pagine più sanguinose e tragiche della storia del nostro paese, il generale Luigi Cadorna infiamma e divide il consiglio comunale di Lecco e fa discutere i cittadini. «A Caporetto il 24 ottobre 1917 l’esercito italiano fu travolto da quello austriaco e tedesco. Fu una rotta disastrosa e il nome di quella località divenne, non solo nei libri di storia, il simbolo di un disastro etico, politico e militare. Il lungolago potrebbe essere intitolato al figlio del generale, Raffaele, ufficiale e partigiano, oppure alle vittime della seconda guerra mondiale», conclude Anghileri. La richiesta sarà discussa a breve nella conferenza dei capigruppo, mentre l’ultima parola spetterà alla giunta, ma la proposta ha acceso il dibattito e
provocato diversi malumori, anche semplicemente tra chi, abitando in quel tratto di strada, rischia di dover cambiare tutti i documenti a seguito di una revisione toponomastica. Intanto però la questione si gioca sul piano politico. Anghileri al momento ha incassato l’appoggio dei Cinque Stelle. Fioccano invece i no, sia a destra che a sinistra. «Stiamo
certamente parlando di un personaggio discutibile, ma cento anni dopo mettersi a rivalutare tutti i nomi che sono passati alla storia rischia di diventare uno sterile esercizio schizofrenico — commenta Filippo Boscagli, capogruppo di Ncd in consiglio comunale a Lecco —. Come negli Stati Uniti dove si rimuovono le statue di Cristoforo Colombo o in
altri paesi del mondo dove il revisionismo estremo ha ormai assunto i contorni di un’opera buffa. Se dovessimo seguire il criterio del merito, i cartelli di metà delle vie di Lecco andrebbero cambiati».
Usa toni pacati e si dice aperto al confronto il sindaco di Lecco, Virginio Brivio, esponente del Pd, che però sulla questione pone più di un dubbio. «Dovessimo fare un’analisi storiografica non solo sul generale Cadorna, ma anche su molti altri personaggi non finiremmo più. Da parte mia non c’è alcun pregiudizio, però bisogna collocare determinate figure storiche nell’esatto contesto nel quale sono vissute. Cambiamo il nome al lungolago di Lecco? Va bene, decidiamo di farlo. Ma allora togliamo anche l’indicazione della linea Cadorna, il sistema difensivo realizzato per proteggere il territorio italiano da un possibile attacco proveniente d’oltralpe. Gli alpini si sono recentemente spesi per restaurare il tratto che attraversa i paesi lariani di Dorio e Dervio: è diventato un’importante meta turistica e ha un significato che più ancora del nostro lungolario richiama ed evoca uno dei periodi più tragici della nostra nazione. Non dico no alla proposta di Anghileri, ma ad operazioni che non tengano conto delle contraddizioni
della guerra. Quanto al fatto di intitolare strade e piazze solo a persone meritorie, voglio ricordare per esempio che a Lecco esiste via Tagliamento. La beatificazione o l’esibizione di una battaglia sanguinosa? No, solo un monito perchè non accada più».
La richiesta Sarà discussa a breve nella conferenza dei capigruppo, poi la decisione della giunta