Corriere della Sera (Milano)

Amici in crisi: le telefonate degli avvocati «gemelli»

- Cesare Rimini

bello che anche nelle grandi città ci siano storie, aneddoti di quartiere che portano allegria.

Mi ha dunque telefonato un avvocato. Molto gentile. Mi ha detto che anche lui ha una «certa età», che entrambi abbiamo gli studi vicini al Palazzo di Giustizia, che però non ci conosciamo. Voleva affidare alle mie cure due suoi amici autorevoli, sposati ma serenament­e stanchi del matrimonio.

I coniugi insomma volevano separarsi e poi divorziare senza litigi, con l’assistenza di un solo avvocato.

Ho risposto che ero a disposizio­ne, ho ringraziat­o per la fiducia, ma mi sembrava che il mio stesso collega, che si chiama Giancarlo, potesse svolgere quel compito di amichevole mediatore. Lui però ha aggiunto scherzando che difendere gli amici è un’operazione delicata e difficile, perciò voleva rimanere estraneo alla vicenda. Poi la nostra conversazi­one è diventata più personale e confidenzi­ale. Lui mi ha detto di avere con me un grande debito di gratitudin­e. Ho saputo così la storia che ci unisce… Un po’ di tempo fa Giancarlo camminava in via Durini (siamo sempre nel quartiere) e una bella signora gli è andata incontro e gli ha detto: «Che gioia Cesare, dopo tanto tempo incontrart­i…». Gli ha dato due baci. La signora avrebbe continuato nelle sue manifestaz­ioni di affetto se lui non l’avesse interrotta dicendo: «Ma guardi signora, che io mi chiamo Giancarlo, non Cesare». A quel punto abbiamo cominciato a ridere insieme perché mi ha spiegato la base dell’equivoco della bella signora. Anche lui ha capelli, barba e baffi bianchi. Il giorno dopo Giancarlo è venuto sotto il mio studio e ci siamo incontrati per la prima volta… ci assomiglia­mo proprio. Adesso il dubbio è rimasto a me. Chi sarà mai la bella signora che ha dato due baci a Giancarlo che se ne è indebitame­nte appropriat­o, come dicono gli avvocati?

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