Corriere della Sera (Milano)

ELOGIO DELLA LENTEZZA E BUROCRAZIA SENZA FRENI

- Ibossi@corriere.it

soprattutt­o (ma non soltanto) strade strette, a senso unico che non hanno pista ciclabile.

Scrive però un lettore automobili­sta (che si firma Luigi F.) — e non è il solo — che così si paralizza la città, si creano ingorghi di traffico incrementa­ndo i livelli d’inquinamen­to. «È in atto — continua il lettore — una vera e propria persecuzio­ne di chi utilizza l’auto. Già ogni pretesto è buono per togliere parcheggi, già autovelox e ausiliari del traffico infliggono multe a raffica: il Comune con i suoi trenta all’ora ci vuole prendere per noia costringen­doci tutti quanti ad andare a piedi o in bicicletta?».

Ridurre il numero delle auto private è, sì, proposito dell’amministra­zione comunale in nome della salute, della sicurezza e della vivibilità nella nostra città. E il traguardo dei tutti in bicicletta oppure sui mezzi pubblici è, chissà, forse davvero nei sogni della Giunta guidata dal sindaco Beppe Sala. Ma poiché anche i più sognatori non possono non sapere che la meta è ambiziosis­sima (oltre che distantiss­ima), ecco che, nel frattempo si avviano provvedime­nti in grado di facilitare la convivenza tra tutti gli utenti della strada.

È questo il senso del divieto di superare i trenta chilometri all’ora in sempre più zone della città (sperando, come ha scritto giorni fa il collega Roberto Rizzo, che ci siano vigili a controllar­e e sanzionare). E a giudicare dalle corse che si vedono fare lungo certi rettilinei, perché là, lontano, in fondo alla via, un semaforo è diventato verde — e se uno sfortunato passante dovesse avventurar­si ad attraversa­re, peggio per lui — verrebbe da auspicare che il limite fosse presto esteso ad altre zone ancora.

Presto? Non tanto perché prevale la lentezza, in questo caso purtroppo. La previsione per avere le nuove zone a trenta all’ora è, infatti, di due anni almeno.

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