Le norme antiterrorismo minacciano il mercatino
Le regole antiterrorismo minacciano il Sabato di Lambrate. L’edizione numero 22 del mercatino mensile di quartiere ha visto lievitare i costi da circa 700 a 1.800 euro. Il motivo? La nuova normativa che rafforza la sicurezza, facendo salire i costi. «Ora servono quattro vigili urbani con due auto a fare da sbarramento, il doppio rispetto a prima» spiega l’assessore al Commercio del Municipio 3 Massimo Scarinzi. Così la spesa si moltiplica e diventa insostenibile per le tasche delle associazioni che tengono in piedi l’evento sotto il cappello di Vivilambrate. Il rischio è dover chiudere baracca, dopo due anni di attività apprezzata da cittadini e commercianti e di lavoro sul tessuto sociale del territorio. Gli organizzatori hanno lanciato una raccolta fondi e firme per richiamare l’attenzione sul problema e salvare almeno gli ultimi due appuntamenti dell’anno, il 18 novembre e il 16 dicembre. In cambio del contributo, biglietti per la lotteria. «Ma è una soluzione di emergenza — spiega uno dei capofila del progetto, Andrea Brembati — chiediamo aiuto al Comune altrimenti saremo costretti a rinunciare al mercatino artigianale in Rimembranze e a quello agricolo in via Conte Rosso». Anche ai 29 espositori affezionati al Sabato è stato domandato di dare una mano, per quanto possibile. «Ma non vogliamo pesare su di loro». Il nuovo regolamento ha già danneggiato l’evento «Un miglio di sport» al Municipio 3, che è stato «accorciato» per contenere i costi, e fatto saltare la festa di via Teodosio-via Vallazze (il cui “prezzo” era salito a 13 mila euro). La difficoltà è condivisa da altre piccole realtà milanesi e potrebbe restringere il calendario di iniziative di zona 2018. «Per l’edizione di novembre non riusciamo a fare nulla — continua Scarinzi — contribuiremo per quella di Natale, ma il budget dei Municipi è limitato e già ci accolliamo la tassa di occupazione suolo Cosap. Serve un intervento di Palazzo Marino».