Centri commerciali e ristoranti al posto di Motta e della ex Frette
I nuovi poli a Lissone e Concorezzo. Al via il risanamento di aree degradate
La Brianza cambia volto e dice addio a un altro pezzo della sua storia imprenditoriale. Dopo la demolizione iniziata la scorsa primavera dei magazzini ex Frette in via Dante a Concorezzo, l’azienda tessile che ha prodotto le lenzuola per quasi tutte le dinastie reali europee, la giunta di Lissone ha approvato un nuovo piano attuativo che prevede uguale sorte per l’area ex Motta di via Trieste, dove fino alla metà degli anni Ottanta venivano prodotti gli omonimi panettoni. Due aree per un totale di oltre 30 mila metri quadri abbandonate da anni che cambieranno completamente volto: da siti produttivi per eccellenza della Brianza anni Settanta, diventeranno poli commerciali della Brianza del futuro; dove si tesseva la biancheria di papi e re e dove venivano prodotti i panettoni che hanno animato il Natale di milioni di famiglie italiane sorgeranno nuovi fast food e discount. Due interventi importanti destinati a risanare altrettante zone degradate, ma che fatalmente stanno suscitando anche polemiche e perplessità per l’impatto che avranno. A Lissone al posto dell’ex stabilimento Motta dovrebbero sorgere un McDonald’s, Tigotà e un discount Lidl. L’intervento prevede la realizzazione di nuovi spazi commerciali per quasi 4 mila metri quadrati «e questo primo dato — sottolinea l’assessore all’Urbanistica, Antonio Erba — è molto positivo perché buona parte degli edifici attualmente esistenti non verranno ricostruiti. Siamo convinti che il progetto presentato dalla proprietà non avrà ricadute negative sul territorio, nemmeno sotto il profilo viabilistico. Al contrario, dovrebbe portare con se risvolti positivi sotto il profilo occupazionale». In Comune, tuttavia, hanno già iniziato a piovere le critiche. Il Movimento Cinque Stelle ha puntato il dito proprio contro la carenza di parcheggi e di verde e i consiglieri comunali pentastellati hanno messo in evidenza «il rischio di creare un’ulteriore causa di sofferen- za per il commercio locale». La giunta di centrosinistra guidata da Concetta Monguzzi è comunque orientata a tirare diritto e arrivare al via libera definitivo del progetto entro la fine dell’anno.
A Concorezzo il progetto è invece in fase più avanzata. Le ruspe sono già entrate in azione da diversi mesi e sulle ceneri dell’ex Frette dovrebbero sorgere anche in questo caso un McDonald’s con la formula Mc Drive, il primo punto vendita italiano del discount tedesco Aldi, due grossi store di casalinghi e animali e nuove case di edilizia convenzionata per un totale di 85 appartamenti. E anche a Concorezzo l’impatto viabilistico è stato il tasto sul quale l’opposizione del Pd ha battuto più forte. Il centrosinistra ha calcolato un aumento di circa mille abitanti, per il quale però non è stata prevista la realizzazione di nessuna infrastruttura. «Aspettiamo di vedere cosa dirà la variante al Pgt cui l’amministrazione sta lavorando», dicono i consiglieri comunali. Riccardo Borgonovo, il sindaco a capo di una giunta di centrodestra, ha risposto evidenziando come «l’operazione immobiliare porterà alla città due vantaggi: quasi due milioni e mezzo di euro di oneri che finiranno nelle casse del Comune e una trentina di posti di lavoro per i residenti». Ma a preoccupare le opposizioni non ci sono solo le conseguenze viabilistiche e ambientali. A più riprese hanno anche messo l’accento sulla necessità di salvaguardare parte dei capannoni dell’antica tessitura, in particolare «la stecca della vecchia filanda» risalente al XIX secolo, vera e propria testimonianza storica della fabbrica. Le ruspe non li hanno toccati, in commissione Urbanistica sono state presentate diverse soluzioni, ma il Comune non ha ancora preso una decisione finale. Un’ipotesi discussa nei mesi passati prevede di sfruttarli per allestirci un museo della Frette.