Un tocco geniale per Schumann
La pianista georgiana Elisso Virsaladze alle Serate Musicali con il suo autore più amato
Le Serate Musicali da alcune stagioni titolano «Il genio è donna», una serie di concerti al femminile. Forse l’appellativo di genio è usato con eccessiva frequenza, ma di certo ben si confà a Elisso Virsaladze, straordinaria pianista ospite oggi in Conservatorio (via Conservatorio 12, ore 21, € 20/15, tel. 02.29.40.97.24). Un gigante della tastiera come Richter sentenziò che «nessuno al mondo suona Schumann meglio di Elisso» e quindi leggere in locandina gli otto Fantasiestücke op. 12 e Widmung di Schumann è promessa di grandi emozioni.
«Prendo il complimento con piacere, ma Slava era lunatico. Comunque non ho autori preferiti, semplicemente ne eseguo alcuni con maggior frequenza di altri; Ravel e Debussy, ad esempio, li suono di rado. Piuttosto preferisco parlare di amore: amo Schumann come anche Liszt e Mozart. Accetto inviti se posso portare i compositori che voglio, altrimenti rifiuto», spiega la 75enne georgiana, che infatti compone il suo recital oltre che con la Sonata in re minore di Prokof’ev con quella di Mozart K 333 e con la Rapsodia spagnola di Liszt.
Figlia e nipote di medici, a vent’anni arrivò terza al concorso Ciajkovskij. «Non avevo mai studiato seriamente, m’insegnava la nonna; ma se ero comunque arrivata terza voleva dire che non ero male. Papà mi disse che valeva come una vittoria». Che giunse due anni dopo, al concorso Schumann. Una volta un critico, credendo di farle un complimento, scrisse che chiudendo gli occhi sembrava di sentir suonare un uomo: «Che stupidata! Come se non esistessero grandi pianiste. Liszt dedicò gli Studi da Paganini a Clara Wieck, la moglie di Schumann, che era una pianista fenomenale; e lo stesso si può dire di Annie Fischer o Maria Yudina: quest’ultima riuscì a impressionare persino Stalin. Non concordo sulla distinzione tra un modo maschile e uno femminile di suonare». Virsaladze è una critica feroce di se stessa: «Suono in pubblico da cinquant’anni, ma le volte in cui sono stata totalmente soddisfatta della mia esecuzione saranno al massimo cinque».