Statale, caccia ai fondi per il trasloco
Area Expo, salta la copertura di Cassa depositi e prestiti. Oggi la fiaccolata in difesa di Città Studi
LaStatale è a caccia dei fondi per il trasloco sull’area Expo. Il campus a Rho-Pero costa tra i 350 e i 380 milioni di euro, ricavati anche dalla vendita degli stabili. Chi comprerà? L’ipotesi Cassa depositi e prestiti è sfumata. Intanto, a Città Studi, si prepara la fiaccolata contro il « deserto » . Sempre sul fronte università, il Politecnico annuncia incentivi per le studentesse.
In gioco ci sono milioni di euro. Soldi pubblici per gran parte ancora da trovare. La Statale è a caccia dei fondi indispensabili per concretizzare il trasloco delle sue facoltà scientifiche sull’area Expo. Un progetto ambizioso, fortemente voluto dal rettore Gianluca Vago e motivato dalla necessità di rinnovare e riunire in modo organico edifici costruiti a partire dai primi del Novecento. Il problema è che la realizzazione del campus a Rho-Pero dov’è destinato a sorgere anche Human Technopole (il centro dedicato alla medicina predittiva spinto dall’ex premier Matteo Renzi) comporta un investimento tra i 350 e i 380 milioni di euro: 138 li mette il governo, per altri 130 l’ateneo farà un mutuo e si indebiterà con le banche, gli ultimi 120 sono da recuperare con la vendita del patrimonio immobiliare. E a tal proposito le certezze sono ancora poche.
Per finanziare il progetto è prevista l’alienazione degli stabili di Città Studi che oggi ospitano aule e laboratori, più altri 15 immobili sparsi tra Città Studi, Segrate, viale Ortles e Loreto. Gli uffici della Statale stanno lavorando a ritmo serrato per avere una stima aggiornata del valore degli edifici e per identificare con certezza chi li acquisterà. Le coperture finanziarie, imprescindibili per il trasferimento ad Expo, devono essere esplicitate in un piano da presentare al consiglio di amministrazione e al Senato accademico dell’ateneo entro l’anno. Nei prossimi giorni sarà definito l’advisor immobiliare che dovrà fare la valutazione analitica sull’entità del patrimonio edilizio. La stima arriverà entro il mese di novembre e sarà validata dall’Agenzia del territorio. L’interrogativo a cui bisognerà dare poi una risposta è: chi comprerà gli stabili?
L’ipotesi avanzata dal ministro Maurizio Martina sull’ingresso di Cassa depositi e prestiti, società per azioni controllata dal ministero dell’Economia per il 70% del capitale, è sfumata. Con l’altra partecipata pubblica, l’Invimit Sgr, c’è stata più di una riunione ma nulla al momento si è concretizzato. Proseguono invece le trattative con l’Agenzia del Demanio e il suo direttore generale Roberto Reggi. «Le aree di proprietà della Statale, della zona Celoria-Ponzio-Venezian-Golgi, coprono 100.500 metri quadrati — spiega il Comune, che segue da vicino la partita con l’assessore all’Urbanistica Pierfrancesco Maran —. Il Demanio ha espresso la volontà di utilizzare parte di queste aree, realizzando qui un nuovo Polo dell’amministrazione pubblica in cui concentrare gli uffici statali, trasferendo circa 1.600 impiegati. Una soluzione che consentirebbe un notevole risparmio sugli affitti passivi dello Stato e potrebbe coprire le necessità economiche della Statale in vista dell’eventuale trasferimento a Rho-Pero(sull’area di Città Studi peraltro è destinato
anche a estendersi il Politecnico, ndr) ». Ma l’investimento del Demanio — se sarà confermato — è destinato a garantire solo la metà dei fondi necessari. I restanti sono da recuperare con l’alienazione degli altri 15 edifici. A tal proposito non ci sono ancora soluzioni definite, anche se la Statale è ottimista sulla possibilità di individuare una exit strategy. Tra le strade percorribili, la vendita diretta (dal momento che sono edifici singoli più facilmente alienabili rispetto al pacchetto di Città Studi) oppure il conferimento a un fondo immobiliare.
La partita è importante. E non manca chi rema contro al trasloco della Statale. Da piazza Leonardo da Vinci oggi alle 19.30 partirà una fiaccolata organizzata da associazioni, studenti e comitati di quartiere per chiedere che Città Studi non si svuoti. «La facoltà di veterinaria si trasferirà a Lodi — dicono preoccupati gli organizzatori —, vogliono spostare le facoltà scientifiche dell’Università degli Studi a Rho nell’area ex Expo, gli istituti Besta e Tumori se ne andranno a Sesto San Giovanni». Al termine della marcia, i manifestanti si ritroveranno al Municipio 3 per un’assemblea pubblica.