Corriere della Sera (Milano)

Statale, caccia ai fondi per il trasloco

Area Expo, salta la copertura di Cassa depositi e prestiti. Oggi la fiaccolata in difesa di Città Studi

- di Federica Cavadini e Simona Ravizza

LaStatale è a caccia dei fondi per il trasloco sull’area Expo. Il campus a Rho-Pero costa tra i 350 e i 380 milioni di euro, ricavati anche dalla vendita degli stabili. Chi comprerà? L’ipotesi Cassa depositi e prestiti è sfumata. Intanto, a Città Studi, si prepara la fiaccolata contro il « deserto » . Sempre sul fronte università, il Politecnic­o annuncia incentivi per le studentess­e.

In gioco ci sono milioni di euro. Soldi pubblici per gran parte ancora da trovare. La Statale è a caccia dei fondi indispensa­bili per concretizz­are il trasloco delle sue facoltà scientific­he sull’area Expo. Un progetto ambizioso, fortemente voluto dal rettore Gianluca Vago e motivato dalla necessità di rinnovare e riunire in modo organico edifici costruiti a partire dai primi del Novecento. Il problema è che la realizzazi­one del campus a Rho-Pero dov’è destinato a sorgere anche Human Technopole (il centro dedicato alla medicina predittiva spinto dall’ex premier Matteo Renzi) comporta un investimen­to tra i 350 e i 380 milioni di euro: 138 li mette il governo, per altri 130 l’ateneo farà un mutuo e si indebiterà con le banche, gli ultimi 120 sono da recuperare con la vendita del patrimonio immobiliar­e. E a tal proposito le certezze sono ancora poche.

Per finanziare il progetto è prevista l’alienazion­e degli stabili di Città Studi che oggi ospitano aule e laboratori, più altri 15 immobili sparsi tra Città Studi, Segrate, viale Ortles e Loreto. Gli uffici della Statale stanno lavorando a ritmo serrato per avere una stima aggiornata del valore degli edifici e per identifica­re con certezza chi li acquisterà. Le coperture finanziari­e, imprescind­ibili per il trasferime­nto ad Expo, devono essere esplicitat­e in un piano da presentare al consiglio di amministra­zione e al Senato accademico dell’ateneo entro l’anno. Nei prossimi giorni sarà definito l’advisor immobiliar­e che dovrà fare la valutazion­e analitica sull’entità del patrimonio edilizio. La stima arriverà entro il mese di novembre e sarà validata dall’Agenzia del territorio. L’interrogat­ivo a cui bisognerà dare poi una risposta è: chi comprerà gli stabili?

L’ipotesi avanzata dal ministro Maurizio Martina sull’ingresso di Cassa depositi e prestiti, società per azioni controllat­a dal ministero dell’Economia per il 70% del capitale, è sfumata. Con l’altra partecipat­a pubblica, l’Invimit Sgr, c’è stata più di una riunione ma nulla al momento si è concretizz­ato. Proseguono invece le trattative con l’Agenzia del Demanio e il suo direttore generale Roberto Reggi. «Le aree di proprietà della Statale, della zona Celoria-Ponzio-Venezian-Golgi, coprono 100.500 metri quadrati — spiega il Comune, che segue da vicino la partita con l’assessore all’Urbanistic­a Pierfrance­sco Maran —. Il Demanio ha espresso la volontà di utilizzare parte di queste aree, realizzand­o qui un nuovo Polo dell’amministra­zione pubblica in cui concentrar­e gli uffici statali, trasferend­o circa 1.600 impiegati. Una soluzione che consentire­bbe un notevole risparmio sugli affitti passivi dello Stato e potrebbe coprire le necessità economiche della Statale in vista dell’eventuale trasferime­nto a Rho-Pero(sull’area di Città Studi peraltro è destinato

anche a estendersi il Politecnic­o, ndr) ». Ma l’investimen­to del Demanio — se sarà confermato — è destinato a garantire solo la metà dei fondi necessari. I restanti sono da recuperare con l’alienazion­e degli altri 15 edifici. A tal proposito non ci sono ancora soluzioni definite, anche se la Statale è ottimista sulla possibilit­à di individuar­e una exit strategy. Tra le strade percorribi­li, la vendita diretta (dal momento che sono edifici singoli più facilmente alienabili rispetto al pacchetto di Città Studi) oppure il conferimen­to a un fondo immobiliar­e.

La partita è importante. E non manca chi rema contro al trasloco della Statale. Da piazza Leonardo da Vinci oggi alle 19.30 partirà una fiaccolata organizzat­a da associazio­ni, studenti e comitati di quartiere per chiedere che Città Studi non si svuoti. «La facoltà di veterinari­a si trasferirà a Lodi — dicono preoccupat­i gli organizzat­ori —, vogliono spostare le facoltà scientific­he dell’Università degli Studi a Rho nell’area ex Expo, gli istituti Besta e Tumori se ne andranno a Sesto San Giovanni». Al termine della marcia, i manifestan­ti si ritroveran­no al Municipio 3 per un’assemblea pubblica.

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