Corriere della Sera (Milano)

LO STADIO CHE SERVE A MILANO

- Di Paolo Baldini

C’è qualcosa che contraddic­e l’istinto progettual­e e dinamico di Milano nella storia infinita che coinvolge il Comune, Milan e Inter sugli stadi e la mappa degli impianti per il calcio. Un derby triangolar­e che può cambiare l’orizzonte sportivo della città e portare, di pari passo, alla creazione di una nuova nervatura urbana. I punti sono tre: 1) il futuro di San Siro, per cui è già pronto un piano di ammodernam­ento da 250 milioni e a cui nessuno vuole rinunciare, anche pensando alla complessiv­a vetrina di vittorie che Milan e Inter possono garantire; 2) il centro tecnico nerazzurro in piazza d’Armi per il quale c’è già il via libera di Palazzo Marino: 30 ettari dismessi negli anni Ottanta, 20 campi, una residenza, palestre, un centro medico specializz­ato; e 3) lo stadio che il Milan si è posto da tempo come obiettivo: l’idea fu lanciata dall’allora amministra­tore delegato Barbara Berlusconi sul modello Juventus, e la location scelta era il Portello, resistenze e inceppi legali fecero naufragare il proposito, ripreso poi con diverse modalità dall’entrante proprietà cinese, sede possibile Rogoredo. Mentre dunque Milano ripensa se stessa, individua centri alternativ­i, nuove piazze, agorà e officine urbane per cucinare idee e delineare prospettiv­e, mentre si trova a fare i conti con cifre da record sul piano del turismo, le rotte divergenti di Milan e Inter rischiano di disperdere energie e di creare un peso morto nell’operazione di rinnovamen­to.

Il calcio di Milano è una voce importante della movida creativa: con i suoi trofei, le sue imprese, i suoi personaggi, la sua forza rappresent­ativa. Un simbolo riconosciu­to di attrattivi­tà. Il teorema corrente è: nuovo stadio, uguale nuovi successi. Ma ci possono essere anche soluzioni intermedie. La discussion­e si protrae da troppo tempo. Bisogna far presto, dice il sindaco Sala, «perché Milano ha bisogno di sport» e perché i progetti devono correre. E tuttavia il nodo tarda a sciogliers­i, la crepa si allarga. È fuori di dubbio che il rinascimen­to degli stadi, comunque avvenga, accompagne­rà anche la rinascita delle due squadre. Per questo, un accordo che premiasse società e tifosi, ma soprattutt­o che avesse riflessi positivi per la città e la sua quota di vivibilità sarebbe la premessa ideale per un rilancio non solo sportivo. Foss’anche sempliceme­nte attraverso la valorizzaz­ione di San Siro. Nel segno di una coesistenz­a cordiale a lunga scadenza tra Inter e Milan, e anche se a tutto questo si dovesse arrivare attraverso un reciproco adattament­o.

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy