Corriere della Sera (Milano)

Intesa a tre in aula e patto con l’Emilia

Oggi il voto. Vertice a Roma con gli emiliani

- Di Andrea Senesi

Non sarà «unanimità», come più volte richiesto da Roberto Maroni, ma il compromess­o raggiunto «rischia» di mettere d’accordo le tre principali forze politiche del Pirellone. La risoluzion­e, con la quale il Consiglio regionale oggi dichiarerà aperta la trattativa col governo per ottenere più poteri e risorse, potrebbe raccoglier­e il voto favorevole dei tre maggiori schieramen­ti: centrodest­ra, Pd e, forse, Movimento Cinque Stelle.

Rimangono in discussion­e oggi 69 emendament­i, nove dei quali depositati dalla stessa giunta regionale (tre dall’assessore al Welfare Giulio Gallera, tre dall’assessore all’Economia Massimo Garavaglia e tre dall’assessore all’Ambiente Claudia Terzi). Alcuni sono di sostanza e non possono piacere alle opposizion­i. Quelli di Gallera chiedono, per esempio, di modificare le norme per la nomina dei dg della sanità e di considerar­e le assicurazi­oni private come uno dei «pilastri» del settore. Ma la parola d’ordine, nella maggioranz­a e soprattutt­o dalle parti della Lega, è «smussare» il più possibile. Le proposte più controvers­e dovrebbero essere accantonia­te per permettere un voto consiliare tripartisa­n. Il Pd annuncia così, almeno alla vigilia, il proprio Sì, mentre i grillini parlano di «passi avanti» e ammettono la possibilit­à di «un accordo unitario». «Restano però — dice Dario Violi —alcuni dettagli come la parte sulla caccia e ci auguriamo che si possa trovare una sintesi alla presenza di Maroni per portare a Roma una richiesta d’autonomia che rispetti il mandato dei cittadini». Verso l’astensione invece Campo Progressis­ta, mentre Mdp ha già annunciato il suo No.

Fiducioso il presidente dell’Aula Raffaele Cattaneo: «C’è un generale orientamen­to positivo; il documento potrebbe essere approvato con una larga e ampia maggioranz­a». Roberto Maroni ieri ha ribadito una volta di più il suo pensiero: «Ho lasciato la gestione della risoluzion­e al Consiglio, ma la risoluzion­e mi autorizzer­à a trattare col governo su tutte e 23 le materie previste dagli articoli 116 e 117 della Costituzio­ne. Mi auguro che ci sia l’unanimità, perché se tutti voteranno a favore la Lombardia sarà una Regione più forte».

La trattativa, quella vera, inizierà giovedì, quando Maroni, insieme al «collega» emiliano Stefano Bonaccini, è atteso a Palazzo Chigi alla partita decisiva. L’asse con la Regione «rossa» è insomma più che mai confermato. Ieri s’è persino tenuto un vertice preparator­io a Bologna tra le due amministra­zioni. Da una parte del tavolo il governator­e Bonaccini e l’assessore Emma Petitti, dall’altra i lombardi (e leghisti) Massimo Garavaglia e Gianni Fava. L’intesa rossoverde regge per ora alla prova dell’autonomia regionale.

 ??  ?? Nella seduta odierna del Consiglio regionale si vota la proposta di risoluzion­e da presentare a Roma per l’autonomia. Nella foto il governator­e Roberto Maroni, 62 anni, che punta a ottenere il consenso delle opposizion­i
Nella seduta odierna del Consiglio regionale si vota la proposta di risoluzion­e da presentare a Roma per l’autonomia. Nella foto il governator­e Roberto Maroni, 62 anni, che punta a ottenere il consenso delle opposizion­i

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