Intesa a tre in aula e patto con l’Emilia
Oggi il voto. Vertice a Roma con gli emiliani
Non sarà «unanimità», come più volte richiesto da Roberto Maroni, ma il compromesso raggiunto «rischia» di mettere d’accordo le tre principali forze politiche del Pirellone. La risoluzione, con la quale il Consiglio regionale oggi dichiarerà aperta la trattativa col governo per ottenere più poteri e risorse, potrebbe raccogliere il voto favorevole dei tre maggiori schieramenti: centrodestra, Pd e, forse, Movimento Cinque Stelle.
Rimangono in discussione oggi 69 emendamenti, nove dei quali depositati dalla stessa giunta regionale (tre dall’assessore al Welfare Giulio Gallera, tre dall’assessore all’Economia Massimo Garavaglia e tre dall’assessore all’Ambiente Claudia Terzi). Alcuni sono di sostanza e non possono piacere alle opposizioni. Quelli di Gallera chiedono, per esempio, di modificare le norme per la nomina dei dg della sanità e di considerare le assicurazioni private come uno dei «pilastri» del settore. Ma la parola d’ordine, nella maggioranza e soprattutto dalle parti della Lega, è «smussare» il più possibile. Le proposte più controverse dovrebbero essere accantoniate per permettere un voto consiliare tripartisan. Il Pd annuncia così, almeno alla vigilia, il proprio Sì, mentre i grillini parlano di «passi avanti» e ammettono la possibilità di «un accordo unitario». «Restano però — dice Dario Violi —alcuni dettagli come la parte sulla caccia e ci auguriamo che si possa trovare una sintesi alla presenza di Maroni per portare a Roma una richiesta d’autonomia che rispetti il mandato dei cittadini». Verso l’astensione invece Campo Progressista, mentre Mdp ha già annunciato il suo No.
Fiducioso il presidente dell’Aula Raffaele Cattaneo: «C’è un generale orientamento positivo; il documento potrebbe essere approvato con una larga e ampia maggioranza». Roberto Maroni ieri ha ribadito una volta di più il suo pensiero: «Ho lasciato la gestione della risoluzione al Consiglio, ma la risoluzione mi autorizzerà a trattare col governo su tutte e 23 le materie previste dagli articoli 116 e 117 della Costituzione. Mi auguro che ci sia l’unanimità, perché se tutti voteranno a favore la Lombardia sarà una Regione più forte».
La trattativa, quella vera, inizierà giovedì, quando Maroni, insieme al «collega» emiliano Stefano Bonaccini, è atteso a Palazzo Chigi alla partita decisiva. L’asse con la Regione «rossa» è insomma più che mai confermato. Ieri s’è persino tenuto un vertice preparatorio a Bologna tra le due amministrazioni. Da una parte del tavolo il governatore Bonaccini e l’assessore Emma Petitti, dall’altra i lombardi (e leghisti) Massimo Garavaglia e Gianni Fava. L’intesa rossoverde regge per ora alla prova dell’autonomia regionale.