I canti delle mondine nel museo digitale
Tablet e opere sonore nella cascina di Zibido: la vita contadina è un viaggio tecnologico
«Novembre era il mese dei matrimoni e dei sanmartin, i traslochi dei contadini. Con l’ultimo raccolto d’autunno scadeva anche il contratto con il padrone e i braccianti erano liberi di cambiare cascina. E c’era il tempo di sposarsi». La durezza della vita da mondina nella Bassa milanese raccontata dai protagonisti dell’epoca con touchscreen e installazioni sonore al «Musa», il Museo di Zibido.
I canti all’alba, il freddo, il factotum delle risaie: a Zibido la vita contadina è un viaggio tecnologico Tablet e opere sonore per il museo nel fienile
«Novembre era il mese dei matrimoni e dei sanmartin, i traslochi dei contadini. Con l’ultimo raccolto d’autunno scadeva anche il contratto con il padrone e i braccianti erano liberi di cambiare cascina. E c’era il tempo di sposarsi». Anna sorride e nel suo racconto si stemperano anche le fatiche e la durezza della vita da mondina nelle risaie della Bassa milanese. «La mattina alle cinque ci si alzava e si andava nei campi a strappare il riso. Mi chiamavano “la piccinina”, ma non per l’età: avevo già 15 anni. Piccinina perché dovevo imparare».
All’epoca, nei campi di Cascina Salterio di Moirago, frazione di Zibido San Giacomo, c’erano 200 mondine. A 14 anni lasciavano la famiglia e salivano dal Cremasco e dal Bresciano per la monda del riso. «Ma non c’erano solo le mondine. C’erano il fabbro, che con la forgia risolveva tutti i problemi, il camparo che governava le acque, il maiolica che veniva in cascina a vendere stoffe e stoviglie, il fa tuc, che appunto faceva tutto e sostituiva chi si ammalava», racconta dalla sua bottega Angelo, 90 anni passati e nessuna voglia di smettere di lavorare il ferro.
Oggi, queste preziose testimonianze riemergono dal passato nella stessa cascina che le ha viste nascere — perché chi racconta lavorava proprio qui — e che ospita il Musa, il Museo Salterio-officina del gusto e del paesaggio di Zibido. I racconti di Anna, Angelo e degli altri protagonisti della vita rurale del complesso agricolo sono stati filmati e ora si affacciano dalle finestre virtuali del museo. I canti delle mondine, il rumore del vento tra le spighe, i volti dei braccianti segnati dal tempo: tutto è stato raccolto in un percorso multimediale con tablet, schermi touch e installazioni sonore e luminose che accolgono bambini e adulti in quello che una volta era il fienile e l’ex stalla di Cascina Salterio. I visitatori possono immergersi nella vita contadina dei primi del Novecento. Il complesso agricolo, nato nel Quattrocento e rima- neggiato fino a diventare la tipica struttura rurale lombarda ottocentesca, era stato pensato dal proprietario, Luigi Salterio, come un piccolo villaggio. Una sorta di Crespi d’Adda dell’agricoltura, affacciata sul Naviglio Pavese. All’inizio del Novecento, Salterio aveva voluto realizzare accanto agli alloggi dei braccianti anche un asilo per i loro figli, donato al Comune nel 1938.
Ancora oggi, resta di quegli anni la maestosa corte d’onore che conduce alla casa padronale con tanto di giardino storico, ghiacciaia, laghetto e limonaia, accanto alla pila, dove veniva accumulato il riso raccolto.
Nei mesi scorsi, per ricreare i frutteti dell’epoca, attorno al museo è stato realizzato un giardino botanico grazie alla collaborazione con l’Orto botanico di Brera, il Politecnico e l’Università degli studi di Milano. «Abbiamo trasformato il Musa nel luogo della memoria dove la tecnologia è al servizio della tradizione. Un laboratorio aperto alle nuove generazioni affinché riscoprano la vocazione agricola del nostro territorio», commenta con orgoglio il sindaco di Zibido, Piero Garbelli.
Un risultato per nulla scontato per un progetto di riqualificazione che ha avuto una lunga e complicata gestazione, segnata da ritardi e ricorsi. «Non tutti i finanziamenti garantiti dagli operatori privati sono arrivati. Fortunatamente abbiamo potuto contare anche su fondi ministeriali», precisa il primo cittadino. In pista per completare il progetto del museo che rende le mondine «digitali», accanto al Comune di Zibido, sono scesi Regione Lombardia, Fondazione Cariplo, Università degli Studi di Milano, Politecnico di Milano, Università degli Studi di Pavia e Fondazione Per Leggere.