Corriere della Sera (Milano)

Buon pareggio per 70 mila motivi

- Di Gianfelice Facchetti

Certi pareggi sono indigesti, ma quello ottenuto contro il Torino non rientra tra questi: ci sono settemila buone ragioni per un punto.

Certi pareggi sono indigesti ma quello ottenuto contro il Torino all’ora di pranzo, non rientra tra questi. Ci sono state più di settantami­la ragioni per dire che quello di domenica sotto la pioggia resta un buon punto. Vuoi perché da una parte gli interisti di tutta Italia sono arrivati in procession­e, vuoi perché dall’altra la squadra ha dato l’ennesima dimostrazi­one di carattere, il nostro giorno di festa è stato speso bene. Vero, non siamo stati impeccabil­i ma chi ha masticato l’aria del Meazza nelle giornate storte sa che il gol incassato poteva mandare all’aria ogni piano. Ha segnato infatti uno che si chiama Iago di nome, tanto bastava per credere a trame oscure sul nostro calendario. Falque di cognome, basta la parola diceva la pubblicità. È finita uno a uno ma se c’è una squadra a cui non mi secca lasciare punti è proprio il Torino. Sarà perché la mia prima maglia è stata granata, quella del Cassano d’Adda, paese di Valentino Mazzola, tanto mi basta per mandare giù e passare oltre. Al campo sportivo quando giocavamo, veniva sempre un signore anziano a cui tanti davano del matto; i ragazzini lo provocavan­o gridandogl­i, «Torinooo!» e lui si disperava. Nessuno ha mai saputo spiegarmi perchè, io l’ho imparato da allora che con i granata non si scherza.

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Getty) Attaccante L’italobrasi­liano Eder, 31 anni, (
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