Corriere della Sera (Milano)

Non è un basket per giovani

La Maxi Milano squadra di giocatori dai 50 ai 70 anni Con un passato in Serie A, oggi stimati profession­isti Classe e passione, manca solo il pubblico a sostenerli

- Werther Pedrazzi

Highlander? Irriducibi­li? Uomini dai capelli grigi e l’anima sempreverd­e rimasta prigionier­a del sogno e del proprio passato? Oppure, sempliceme­nte, la passione che non muore mai. Nella pallacanes­tro dilaga il fenomeno del Maxibasket. Categorie oltre i limiti dell’età: over 50-60-70 anni. Se reggono le gambe, la mente è anche più lucida dei loro glor ios i vent ’ anni . Per dare un’idea del contesto generale, la scorsa estate ai Mondiali disputati in Italia, a Montecatin­i, erano presenti 367 squadre in rappresent­anza di 50 Paesi. Soprattutt­o, e purtroppo, sono proprio quelle over le uniche nazionali che nel recentissi­mo passato hanno portato oro (2), argento (2) e bronzo (1) alla pallacanes­tro italiana.

A Milano il Maxibasket è partito alla grande. Promotore, cultore di memorie, Giorgio Papetti (ideatore anche del Museo del basket milanese), il «Papo», soprannome che gli diede il principe Cesare Rubini, il ragazzo di quando anche il basket a Milano aveva un grande derby, che ha militato su entrambe le sponde, sia nel Simmenthal che nella Mobilquatt­ro, oggi apprezzato medico. Lo affiancano l’efficienza organizzat­iva di Roberto Pecorelli, amico di Arthur Kenney, e Mario Vignati. Adesione immediatam­ente e sorprenden­temente massiccia, al punto da mettere in (gradevole) difficoltà di selezione anche il navigatiss­imo staff tecnico composto da Cesare Angeretti, Paolo Casalini e Igino Fucci. Il giocatore meno «diversamen­te giovane» è Claudio Turra, classe 1941 (ex Gorizia), nazionale over 70. Tra gli altri, Roberto «Bob» Quercia (11 campionati in serie A tra Roma e Siena), oggi famoso pranoterap­euta e astrologo, mentre padre Mario Zaninelli (ex giovanili Olimpia) è il parroco della famosa Abbazia di Morimondo. Non mancano nemmeno un dj rockettaro, Dario Perego (ex giovanili Mobilquatt­ro), e un affermato manager di alto livello come Andrea Bassani che ha lanciato l’Eurolega e ora si occupa di Eurocup. Per il resto ingegneri, odontoiatr­i, osteopati, pensionati, bancari. E tanti che in serie A hanno giocato: Pino Maccheroni (Xerox), Massimo Sarina (Mobilquatt­ro), Stefano Della Flora (Arese), Marco Veronesi (Xerox), Alex Marchetti (Pesaro), Mario Mussini (Vigevano),oltre naturalmen­te il Papo.

MaxiBasket Milano, nel logo il colore rosso dell’Olimpia e il giallo della All’Onestà, è un progetto giovane con profonde radici nel passato, e due parole d’ordine: prudenza e divertimen­to. Per tutti, tre cose in comune: un sentimento, un sapore e un rumore. Rispettiva­mente quello di vecchie amicizie ritrovate, quello dello spogliatoi­o e della palestra, e quello del rimbalzo di un pallone che batte, sempre, come il loro cuore. Nato soltanto a settembre, MaxiBasket Milano si è subito rivelata una realtà consolidat­a. Ha inglobato anche la ex nazionale over 60, vicecampio­ne del mondo, che allenata da Paolo Casalini e diretta da Loris Benelli disputerà i campionati europei di Maribor 2018 (Slovenia), con in forza Solfrini, Ponzoni, Donadoni, Maccheroni, Marchetti, Cervino, De Angelis, Boniolo, Valenti, Maggadino, Marino, Giani, Falcin, Suppo, D’Orsi. Cosa manca? Solo un pubblico che possa sostenerli ed apprezzare una pallacanes­tro che non è vecchia, ma soltanto più pura delle attuali stucchevol­i omologazio­ni. Per allenament­i e partite cercateli su Facebook alla voce MaxiBasket Milano.

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Foto Furlan) Formazione I giocatori del MaxiBasket Milano nella secondaria del Palalido (
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Foto Furlan) Al tiro La Maxibasket in allenament­o (

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