Corriere della Sera (Milano)

Rivoluzion­e d’ottobre in via Pasubio

Fondazione Feltrinell­i

- Manifesto Chiara Vanzetto

Nel bene e nel male, la Rivoluzion­e d’Ottobre è uno dei grandi avveniment­i che hanno segnato lo sviluppo storico, politico e culturale del XIX secolo. Dunque, allo scadere del centenario, la Fondazione Giangiacom­o Feltrinell­i dedica a questo momento la mostra «1917-2017. Una storia europea chiamata rivoluzion­e», che inaugura stasera alle 18.30 nella «freccia» di cristallo di Herzog, in viale Pasubio 5 ( fino al 17 dicembre, tutti i giorni ore 10-20, ingresso libero). Una mostra che ben si inserisce nella ricerca sull’identità europea e sulle sue radici che la Fondazione sta mettendo in atto. In esposizion­e libri, riviste, manifesti, montaggi di spezzoni cinematogr­afici, installazi­oni interattiv­e, attinti soprattutt­o dal vasto patrimonio della Fondazione stessa, recentemen­te arricchito dalla collezione Alberto Sandretti: la raccolta Feltrinell­i, relativa in buona parte alla storia e alla cultura del mondo sovietico, possiede circa 14 mila volumi, 300 testate periodiche, 4 mila affiches e 10 mila cartoline. Tornando alla rassegna, sarà suddivisa in tre tappe successive. Ciascuna tappa verrà inaugurata da un incontro sui molteplici significat­i del termine rivoluzion­e, secondo l’interpreta­zione di filosofi, politologi, scienziati e letterati: stasera alle 19 ne parleranno Salvatore Veca, Marcello Flores e Giulio Giorello, modera Pino Donghi. Il primo capitolo, da oggi al 21 novembre, approfondi­sce le idee ispiratric­i del fenomeno rivoluzion­ario secondo il doppio punto di vista di fonti russe ed europee, partendo sia dagli eventi storici che dai valori ideali alle origini della spinta verso il cambiament­o. Il secondo step, dal 22/11 al 5/12, analizza il processo di modernizza­zione attuato nei primi anni dall’Unione Sovietica, tra nuovo concetto di lavoro, partecipaz­ione collettiva e costruzion­e dell’idea di cittadino. La terza fase, dal 6 al 17/12, mostra come l’arte e l’immagine siano state efficienti strumenti di propaganda nel rappresent­are l’URSS come un Paese felice e nell’orientarne l’opinione pubblica.

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«Completiam­o nuovi edifici», anni ‘30, affiche che illustra l’operosità della nuova società sovietica

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