Dedicato a Rossini Il Requiem collettivo
Di riscoperta in riscoperta, Riccardo Chailly sta regalando al pubblico scaligero una fine stagione memorabile. Manca poco meno di un mese all’Andrea Chénier che inaugurerà il cartellone 2017-18, ma sembra ancora un evento lontano. Dopo l’apertura della stagione della Filarmonica con la Chanson funèbre scritta da Stravinskij nel 1909 ma riscoperta solo l’anno scorso, stasera Chailly presenta alla Scala la Messa per Rossini che Verdi volle dedicare all’amato collega coinvolgendo altri 12 compositori (p.zza Scala, ore 20, repliche il 12 e il 15,
85-6,50). Eseguita 150 anni fa, andò perduta ed è stata ritrovata solo nel 1986 dal musicologo David Rosen. In epoca moderna è stata suonata una volta, nel 1988, da Helmut Rilling con la Gächinger Kantorei. Verdi scrisse il Libera me, Domine finale, Antonio Buzzolla Requiem e Kyrie, il Dies irae venne suddiviso tra 7 musicisti: nomi oggi per lo più dimenticati, come Antonio Bazzini o Carlo Pedrotti, o conosciuti solo per nome come Carlo Coccia, cui è dedicato il teatro di Novara, ma le cui note sono pressoché ineseguite. Note in cui Chailly riconoscendone un valore non solo storico e musicologico ma anche estetico. Infatti per questa «prima» scaligera e con complessi italiani (diventerà un disco live di Decca) ha voluto un cast prestigioso in cui spiccano il basso Riccardo Zanellato e il soprano Maria José Siri.