Lascia la neonata in una scatola Poi ci ripensa
Pavia, il raptus di una mamma. La neonata era in una scatola
«Fate presto, hanno abbandonato una neonata in una scatola». La disperata invocazione di aiuto mette in moto la macchina dei soccorsi. E in via Mazzini, una stradina che porta verso le campagne di Ferrera Erbognone, alle 13.50 di sabato arrivano le automediche e le ambulanze a sirene spiegate. E subito dopo i carabinieri. «Eccola, aiutatemi — dice una giovane in forte stato di agitazione —, l’ho portata in casa perché faceva freddo». La bimba piange a dirotto, ma sembra pulita ed è vestita. I primi accertamenti fanno tirare a tutti un sospiro di sollievo. L’equipe del 118 la prende in carico e la porta d’urgenza al policlinico San Matteo di Pavia.
A lanciare l’allarme è stata una giovane di 25 anni, che vive con un altro bimbo in tenera età e con un compagno, italiano, che però è fuori per lavoro. La donna, di origini romene, viene interrogata dai carabinieri. Nel frattempo, viene diramato l’ordine di acquisire testimonianze e le immagini delle videocamere di sorveglianza del Comune. Il compito non sarà facile. Di telecamere in via Mazzini non ce ne sono, quindi bisognerà sperare che qualcuno abbia visto qualcosa o che qualche immagine dalla via principale del paese possa fornire indizi utili a risalire all’identità di chi ha lasciato la piccola in strada.
Fin da subito, però, una cosa sembra chiara a tutti. Chi l’ha abbandonata voleva che qualcuno la trovasse alla svelta e le prestasse soccorso. La giovane è sotto choc ma non ha ancora ammesso che quella, in realtà, è sua figlia. Sabato pomeriggio, nella caserma dei carabinieri a Sannazzaro de’ Burgondi le domande si fanno pressanti e lei non è nelle condizioni psicofisiche per reggere a lungo. E così racconta la verità. La bimba è venuta alla luce in casa poche ore prima e lei ha fatto tutto da sola. Il compagno era assente. Il perché abbia deciso di rischiare la vita, sua e della bambina, in una situazione simile non è chiaro. Forse è stata colta di sorpresa o forse c’è dell’altro. Fatto sta che, al momento, gli inquirenti non avrebbero ravvisato alcun reato. Anche se, una volta che si sarà riavuta dallo choc, è probabile che la Procura disponga una perizia psichiatrica per verificare le sue condizioni. Perché la bambina, in realtà, non sarebbe mai stata davvero in pericolo e la chiamata ai soccorsi, secondo gli investigatori, è stato il modo di una donna in preda a una crisi per chiedere aiuto per sé e per la propria figlia. Ora sono entrambe in ospedale e stanno bene. «L’importante è questo — dice il sindaco Roberto Scalabrin — le prime notizie parlavano di un bimbo abbandonato accanto ai rifiuti, poi in una cantina. Sarebbe stato davvero scioccante, specie per una piccola comunità come la nostra. Per fortuna stanno tutti bene, anche l’altro
L’allarme È stata la stessa donna a chiamare il 118. La piccola, ricoverata, gode di ottima salute
bambino. Da parte nostra garantiamo tutto il supporto del caso qualora ce ne fosse bisogno». Dal reparto di Patologia neonatale del San Matteo, dove la piccola è tuttora ricoverata e tenuta sotto stretta osservazione, intanto arrivano notizie confortanti: è una bellissima bimba e pesa 2,4 chili. Potrebbe essere nata prematura, gode di ottima salute e tutti i parametri vitali sono nella norma.