Corriere della Sera (Milano)

Presa sentinella della droga Tentò di uccidere un «cliente»

Blitz nel bosco di Rogoredo dopo l’accoltella­mento del 3 novembre

- Gianni Santucci

«Bacha» è un tossico pesante, il corpo rovinato dall’abuso di droghe, dormiva e viveva al «boschetto», dentro una tenda dietro il terrapieno che separa la via Sant’Arialdo, verso la stazione di Rogoredo, e la via Fabio Massimo, confine del Corvetto. Col tempo s’era anche «guadagnato» un marginale ruolo tra gli spacciator­i maghrebini della zona, piccolo pusher o sentinella, in quel quadrante di campagna ai confini della città dove da mezzo Nord Italia s’arriva a comprare eroina e cocaina. Nel bosco sono entrati venerdì mattina anche i poliziotti della Squadra mobile: Ali Rahli, 31 anni, marocchino, detto «Bacha», è stato fermato (provvedime­nto del pm Giovanni Polizzi) per il tentato omicidio di un suo connaziona­le, un ragazzo di 19 anni, ferito al petto con un grosso coltello da macellaio lo scorso 3 novembre e

ricoverato subito in condizioni disperate.

Era andato a comprar droga, questo ragazzo, e non è ancora chiaro il motivo dell’aggression­e. Ferito, quel giorno è riuscito a trascinars­i fuori dal «boschetto», ha sbracciato per farsi notare dalle auto, poi s’è accasciato senza conoscenza. Mancavano pochi minuti alle 8 del mattino. Gli investigat­ori, coordinati dal dirigente Lorenzo Bucossi e dal funzionari­o della Omicidi Achille Perone, s’erano già calati in quell’ambiente e avevano recuperato un nome «buono», le voci parlavano di «Bacha». La conferma è arrivata quando il ragazzo ferito ha iniziato a star meglio (per tre giorni è rimasto in pericolo di vita) e ha potuto parlare con i poliziotti: loro già sapevano che l’aggressore era stato arrestato qualche mese fa per droga, sempre in zona, e dunque avevano in mano un «album» di foto segnaletic­he. Il ragazzo in ospedale ha indicato subito il volto dell’uomo che lo ha pugnalato. L’indicazion­e coincideva. È stato il passaggio chiave in base al quale il magistrato ha ordinato il fermo.

Il ragazzo ferito era a Milano da poco, non ha precedenti, non era mai stato neppure controllat­o in strada. «Bacha» invece viveva in Italia almeno da un paio d’anni, a suo carico c’è un ordine di espulsione della questura di Taranto che risale all’inizio del 2016. A Milano ha vissuto anche nei palazzi abbandonat­i di via Amidani ed era stato denunciato una sera per interruzio­ne di pubblico servizio: disfatto dalla droga, aveva bloccato il tram 24 in via Ripamonti.

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Marocchino Ali Rahli, 31 anni, detto «Bacha»

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