Un fiocco bianco e incontri per dire no al femminicidio
Un fiocco bianco per dire no al femminicidio. È il simbolo della campagna che a Limbiate impegnerà tutto il mese di novembre. Cortometraggi, flash mob, manifesti e incontri per sensibilizzare i cittadini sul tema della violenza contro le donne. «Iniziamo lavorando sulla cultura, poi ci occuperemo degli altri ambiti», racconta Elena Centemero, assessore alle Pari opportunità del Comune brianzolo. Alla guida del progetto e sostenuta dal sindaco Antonio Romeo, la deputata di Fi ha dalla sua l’esperienza di presidente della Commissione per l’eguaglianza e la non discriminazione del Consiglio d’Europa. In Lombardia, nel 2015, sono 4.317 le donne soccorse dai centri antiviolenza, 5.224 nel 2016. La sola Limbiate ha ricevuto 600 richieste d’intervento in due anni. «Siamo stati tra i primi in Brianza ad aprire una casa per le vittime di maltrattamenti — ricorda Centemero —, bisogna continuare a parlare di questa piaga per spingere chi è in difficoltà a chiedere aiuto. I numeri in crescita dimostrano che c’è ancora molto da far emergere». Da qui l’idea delle iniziative sul territorio e del convegno di ieri a Palazzo Pirelli a Milano. Ad aprire l’incontro il vicepresidente della Regione Fabrizio Sala, che ha anticipato i prossimi obiettivi: «Vogliamo destinare una parte del patrimonio immobiliare pubblico all’ospitalità delle donne maltrattate. Spesso non denunciano mariti o compagni perché non sanno dove andare una volta uscite di casa, questa è una possibile risposta». Parallelamente, l’impegno a riportare la legalità nei quartieri a rischio. L’assessore milanese allo Sport Roberta Guaineri ha invece puntato l’attenzione sulla prevenzione e l’educazione dei giovani a una cultura del rispetto. Alle voci istituzionali lombarde si sono aggiunte quelle del Veneto e della Sardegna, di esperti, testimonial e le esperienze di associazioni come «Divieto di femminicidio». Segno del bisogno di fare rete anche con il supporto della tecnologia. La app Appunow permetterà di segnalare situazioni di pericolo alle forze dell’ordine e alle dieci persone più vicine alla donna minacciata.