Corriere della Sera (Milano)

Galleria Bocconi

L’arte contempora­nea torna all’università Tra le opere il murale effimero di Mendini «Non resterà nulla, in barba all’economia»

- Francesca Bonazzoli

Nel 2009 l’idea di esporre opere d’arte contempora­nea all’interno dell’Università Bocconi riscosse un prudente entusiasmo. In amministra­zione la considerav­ano un’eccentrici­tà, quasi un capriccio che non intendevan­o finanziare distoglien­do fondi dalla ricerca e dalla didattica. E invece, dopo diciotto anni, tutto è cambiato: adesso Bag, la Bocconi art gallery, è addirittur­a candidata a un premio internazio­nale che seleziona i migliori progetti delle istituzion­i (come scuole o ospedali) per la promozione dell’arte, e lunedì verrà inaugurata la settima edizione. Un intero pomeriggio, dalle 16.30 fino alle 20.30, con ingresso da via Röntgen, di visite guidate gratuite, incontri con artisti e rappresent­anti del mondo dell’arte. In programma anche la premiazion­e dei vincitori del contest fotografic­o #BAGmi sul binomio arte e Milano, e la personale di Mattia Agnelli, allievo dell’Accademia di Brera che dallo scorso anno collabora con Bag. La manifestaz­ione è aperta a tutta la città e coinvolge l’intero campus dove sono distribuit­e oltre cento opere di una cinquantin­a di autori internazio­nali in esposizion­e per oltre un anno.

«All’inizio il nostro progetto faceva fatica ad essere capito», rivela Severino Salvemini, coordinato­re del comitato arte. «Ormai, invece, sono sempre più numerosi gli artisti che ci propongono direttamen­te i loro lavori in comodato d’uso. Primo perché l’Università è visitata da persone importanti e poi perché abbiamo spazi molto grandi e piuttosto che chiudere un’opera in un magazzino, preferisco­no esporla da noi».

È così che sono finite sulle pareti dell’università le grandi tele di Mimmo Paladino o la scultura di Antony Gormerly. Diverso, invece, il caso dello spettacola­re dipinto su muro di Alessandro Mendini, fiore all’occhiello dell’edizione di quest’anno: «Devo confessare che non sono molto amico dei bocconiani perché sono contro la cultura finanziari­a, ma quando Severino Salvemini mi ha spiegato che l’idea era sensibiliz­zare indirettam­ente gli studenti verso culture che non siano solo quella economica mi è sembrata una missione positiva», spiega Mendini, che da grande saggio irregolare qual è ha subito sfruttato il paradosso della situazione e ha creato un murale di raggi gialli («Una specie di apertura verso un futuro luminoso») nella grande parete d’ingresso all’aula magna. Fra un anno sparirà e non ne resterà nulla. In barba al valore economico e all’eternità dell’arte. In termini di royalties si chiama cessione del diritto di proprietà intellettu­ale, spiegano in Bocconi: cioè il progetto è dell’artista e la possibilit­à di replicarlo viene ceduta con la sua autorizzaz­ione. Ma a sentire Mendini, lui ha solo consegnato un bozzetto che dei bravissimi imbianchin­i della Bocconi hanno ingrandito sul muro. «Il mio mestiere è piuttosto quello di dipingere le facciate delle case che i quadri. Poi di quell’imbiancatu­ra succederà quel che succederà».

Se dunque quella non è un’opera d’arte, di sicuro è la paradossal­e lectio magistrali­s di Mendini per i bocconiani.

 ??  ?? Ingresso libero Un’opera di Mario Arlati per la VII edizione di «Bag»: oltre cento i pezzi esposti nel campus firmati da una cinquantin­a di artisti italiani e internazio­nali
Ingresso libero Un’opera di Mario Arlati per la VII edizione di «Bag»: oltre cento i pezzi esposti nel campus firmati da una cinquantin­a di artisti italiani e internazio­nali
 ??  ?? Raggi gialli Il murale di Alessandro Mendini all’ingresso dell’aula magna
Raggi gialli Il murale di Alessandro Mendini all’ingresso dell’aula magna
 ??  ?? New entry «City Lights» dello spezzino Marco Casentini
New entry «City Lights» dello spezzino Marco Casentini

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