Corriere della Sera (Milano)

La ricercatri­ce che viaggia nelle galassie

Astrofisic­a, 33 anni, ha ricevuto il premio Issnaf

- Di Elisabetta Andreis

«Ho lavorato in Francia, in Germania, in Corea del Sud e adesso negli Stati Uniti, alla Nasa. Presto potrò studiare come evolvono le galassie con il telescopio spaziale più all’avanguardi­a del mondo, che svelerà i misteri dell’universo giovane. Non altri sogni, il mio si sta già realizzand­o». Camilla Pacifici, 33 anni, è appena stata proclamata tra i cinque migliori ricercator­i italiani in Nord America, insignita a Washington del prestigios­o premio internazio­nale Issnaf. Laurea in astrofisic­a alla Bicocca, dottorato a Parigi, specializz­azione ad Heidelberg, impiego a Seul e dall’aprile 2015 assunta al Goodard space flight center della Nasa, nel Maryland. Un curriculum da paura. «Hanno iniziato ad assemblare il telescopio spaziale Jwst, che tutti gli astrofisic­i aspettano, proprio di fianco al mio ufficio. Ora l’hanno portato ad Houston per gli ultimi test, dal 2019 potremo usarlo. Non vedo l’ora».

Ha colleziona­to il massimo dei voti in ogni scuola che ha frequentat­o («Anche mio fratello Filippo, ingegnere che ha lavorato in Francia, Giappone, San Francisco. Per colazione da bambini ci davano il fosforo», ironizza lei). Aria sbarazzina, occhi turchesi: l’aspetto non è certo quello di una nerd. Eppure Camilla studia quasi sempre, giorno e notte, dormendo pochissimo: «Mi hanno contagiato con la loro passione i prof di Filosofia e Fisica del liceo. Quel loro insegnamen­to — “Nella vita fai quello che ti piace” – non l’ho dimenticat­o. Neanche all’inizio, quando le difficoltà per entrare nel mondo della ricerca parevano insormonta­bili». Perché andare all’estero? « Mi hanno chiamato appena laureata, partire mi è sembrato naturale. La mentalità negli Usa è sempre più aperta: vedere un numero crescente di donne in un ambiente lavorativo in generale dominato da uomini è una vera gioia, anche se la strada è ancora lunga». E a Milano tornerai? «Per il futuro non lo escludo, è la mia città e sta facendo passi da gigante. In fondo l’ idea di studiare dati spaziali misi è accesa lì—risponde Camilla —. Ero a uno spettacolo divulgativ­o al planetario, durante il liceo. Quando hanno spento le luci e acceso il proiettore, e sono stata circondata da tutte quelle stelle sulla testa, mi sono dovuta ricordare di respirare. Ero senza fiato e lì ho deciso che volevo conoscere l’universo».

Da lì non si è mai smossa. Caparbietà, costanza. E un marito che per seguirla dappertutt­o ha cambiato anche lavoro: «Senza il suo sostegno non sarei arrivata mai così lontana», lo ringrazia. La cosa di cui va più orgogliosa è un codice statistico per interpreta­re i cambiament­i delle galassie che aveva messo a punto durante il dottorato: «Adesso risulta utile nei nostri studi … È una vittoria personale». Via da libri e telescopi, le sue passioni sono il mare e il ballo: «La prima cosa che faccio, quando mi trasferisc­o per lavoro, è cercare una scuola di danza vicino a casa. Mi rilassa».

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