Handa e Miranda Metrica interista
Han- da-no-vic, Mi-ran-da, Skri-niar... la metrica non è un’opinione e l’Inter sembra aver trovato la sua. Nonostante i menagrami.
Se ottobre è il mese dei melograni, novembre è quello dei menagrami. Il primo ha portato ricchezza, l’altro un cicinin d’invidia perché siamo ancora lì. L’avvocato del diavolo non per forza rossonero, suggerisce domande ai buontemponi, tra tante una, «Perché Spalletti fa giocare sempre gli stessi?». Segue coro. «Non è che alla lunga Handanovic avrà bisogno di un paio di guanti nuovi? Borja Valero reggerà tutte queste partite? Icardi non ha bisogno di un turno di riposo ogni tanto?». Segue risposta non autorizzata del nostro allenatore. «Se leggete sempre la stessa formazione è perché ci è tornata voglia di impararne una nuova a memoria: repetita iuvant, non juve. Abbiamo fame di versi e terzine, ché coi terzini per ora stiamo bene così, ci si accontenta della prosa!». Andiamo per tentativi: Han-da-no-vic, Mi-ran-da, Skriniar...la metrica non è un’opinione, per trovare quella che fa al caso nostro occorre applicazione, arriveranno anche i sonetti. L’Atalanta che domenica si presenterà al Meazza, anni fa ne aveva uno tutto suo, Sonetti Nedo, allenatore toscano pure lui il cui motto era, «Con Nedo non retrocedo!». L’ultimo termine da queste parti è sconosciuto, urge vocabolario: con licenza poetica, lo chiederemo in prestito ai ragazzi della seconda B.