Tre donne nella rete di un «Seduttore»
Scritta nel 1951 e di rado rappresentata, «Il seduttore» di Diego Fabbri è una caustica commedia di costume, che ben tratteggia una certa classe sociale del Belpaese alle soglie del boom. A riproporla, al Teatro San Babila da stasera ( fino a domenica, ore 20.30, corso Venezia 2/a, € 30-20), è Alessio Pizzech, alla guida di un cast di tutto rispetto formato da Roberto Alpi, Laura Lattuada, Isabel Russinova e Agnese Nano. Al centro della vicenda è Eugenio, che gestisce un’agenzia di viaggi ed è sposato con Norma, ma intrattiene due relazioni extraconiugali: la prima con Wilma, la seconda con Alina, segretaria presso l’agenzia. La moglie cerca di preservare un amore fedele ormai finito. Wilma è la passione carnale piena di conflitti, mentre Alina vive in un sogno di fuga dalla realtà. Tre donne, tre luoghi e tre modi di vivere una relazione totalmente differenti, che condurranno a un epilogo sorprendente, quando il cinico Eugenio le farà incontrare in un caffè. «Nel mio “Seduttore” – dice il regista – va in scena il teatro delle ipocrisie dell’Italietta anni Cinquanta, con le sue finzioni e le sue amare verità. Mi sono limitato a pervadere l’intero spettacolo di una certa dose di crudeltà, che in verità già trasuda dal testo di Fabbri: quella agita intenzionalmente dal personaggio, ma anche quella che involontariamente risulta dal suo perverso gioco di seduzione e tradimenti».