Corriere della Sera (Milano)

Centro profughi Le bacchettat­e di Palazzo Marino

Ispezioni a sorpresa, ecco il dossier del Comune. Ma funziona l’accoglienz­a negli spazi Sprar

- di Pierpaolo Lio

Il dossier dell’assessorat­o alle Politiche sociali del Comune di Milano racconta di un’accoglienz­a a due facce. E se negli spazi di secondo livello Sprar la gestione dell’emergenza migranti funziona, non lo stesso si può dire per i centri di emergenza Cas. Dopo i sopralluog­hi del gruppo di lavoro di Palazzo Marino viene fuori che mancano l’acqua calda e i corsi di lingua italiana.

C’è un sistema che funziona (gli spazi di seconda accoglienz­a Sprar) e uno che fatica (i centri straordina­ri Cas): la rete dell’accoglienz­a — per la parte che riguarda le strutture di competenza del Comune, gestite in convenzion­e con la prefettura — non è esente da problemi e carenze. Sistemazio­ni in grandi camerate, carenza d’acqua calda, in alcuni casi corsi d’italiano lacunosi e il mancato rispetto del rapporto tra numero di ospiti ed educatori. Precisano da Palazzo Marino: «Non ci sono bocciature o gravi carenze, ci sono alcuni “debiti” da recuperare».

Il punto debole individuat­o dalla relazione seguita alle visite svolte a sorpresa tra gennaio e giugno dal gruppo di lavoro dell’assessorat­o al Welfare sta nei Cas, i centri che nei periodi più caldi hanno garantito un posto letto a migliaia di persone ma che non sono ancora usciti dalla visione emergenzia­le. Strutture troppo grandi, dove i servizi e i percorsi d’integrazio­ne stentano, e il tempo di permanenza dei migranti si allunga oltre misura, fino a due anni. Otto quelli visitati: via Fratelli Zoia, Casa Suraya, via Mambretti, via Pollini, l’ex hub Sammartini, via Aldini, via Carcano e via Pedroni. Quest’ultimo, gestito da Remar Italia Onlus, è risultato il più problemati­co, con una situazione giudicata «piuttosto disagiata e caotica», anche per lavori di ristruttur­azione in corso e una gestione «piuttosto approssima­tiva». Senza contare l’impossibil­ità di ottenere informazio­ni dettagliat­e per l’assenza di un responsabi­le durante il sopralluog­o. Soprattutt­o colpiscono le testimonia­nze degli ospiti che hanno riferito la mancanza di corsi d’italiano interni, nonostante le dichiarate tre lezioni settimanal­i. La struttura ex industrial­e è poi «poco adatta» alla nuova funzione.

Sull’insegnamen­to della lingua, in generale, la situazione non è eccellente. Dovrebbe essere «una priorità assoluta», ma «in molti centri» l’offerta «è insufficie­nte a coprire l’esigenze degli ospiti», è scritto, e «sono tenuti da personale non sempre competente o comunque non adeguatame­nte formato». Al di là di alcune eccezioni, altre pecche abbastanza generalizz­ate nei Cas sono «l’elevato numero di ospiti» (in media tra i cento e i 200), i bagni comuni che «in molti casi» portano a «condizioni non ottimali di pulizia», le carenze nel supporto psicologic­o e nell’assistenza burocratic­a e legale. Andrebbero poi aggiornate ai nuovi flussi le lingue parlate dai mediatori. Mentre sono positivi i servizi mensa e pulizia, l’erogazione del pocket money, le attività culturali e di volontaria­to.

Promossi invece i centri Sprar, di cui la task force si augura un potenziame­nto, come previsto dalla giunta comunale. Le dimensioni ridotte, le sistemazio­ni più adeguate, il migliore rapporto numerico tra ospiti e personale (per di più meglio formato), i tanti progetti di «eccellenza» li rendono il modello da seguire. Il gruppo di lavoro guidato dall’avvocato ed ex consiglier­e Alessandro Giungi propone anche «spunti di migliorame­nto»: ad esempio maggiore assistenza alle donne ed estendere ai Cas le borse lavoro. Oltre a «una più puntuale definizion­e del capitolato»: sui requisiti minimi del personale, sull’assistenza per le pratiche d’asilo, sui corsi d’italiano e di formazione profession­ale.

Se ne discuterà a «Milano Mondo», gli stati generali dell’immigrazio­ne organizzat­i dal 17 al 20 novembre dal Comune. «Sarà un momento per fare nuove proposte — spiega l’assessore Pierfrance­sco Majorino — proprio qui, nella città che ha dato sostegno a 125mila profughi». Tra gli ospiti: Emma Bonino, il ministro Maurizio Martina e Mario Morcone, capo di Gabinetto del Viminale.

Lezioni di italiano

«L’insegnamen­to dovrebbe essere una priorità assoluta invece spesso è insufficie­nte»

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(foto Gerace) La parata Un muro composto di scatole di cartone in corso Monforte nella marcia che dalla caserma Montello è arrivata davanti a Palazzo Marino il 23 ottobre scorso

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