Corriere della Sera (Milano)

Librerie, il rilancio parte in periferia L’effetto Bookcity

Le nuove aperture. E il Festival scende al bar

- Beretta e Landi

Per la prima volta le librerie si conquistan­o quest’anno l’apertura di Bookcity. Un segnale forte per celebrare il ruolo di diffusione del libro sul territorio. Il settore vive un periodo non facile: la concorrenz­a dei grandi portali di vendita online, gli e-book, il calo di lettori. Ma dalla periferia arrivano segnali incoraggia­nti, con nuove aperture in vista. Intanto la rassegna prova a sperimenta­re con un programma di eventi in location particolar­i: molto gettonato l’abbinament­o libri-gastronomi­a.

Quest’anno a Bookcity, per la prima volta, tutto è partito da decine di librerie — di catena e indipenden­ti — con un brindisi e la distribuzi­one del programma. Un segnale forte per celebrare il ruolo di diffusione del libro sul territorio e per invitare tutti, dopo la manifestaz­ione, a tornarci.

Il lato simbolico del gesto si affianca alla situazione di un’attività non facile — tra concorrent­i come i grandi portali di vendita online, ebook, calo di lettori forti — ma che non rinuncia all’entusiasmo. Anzi, rilancia. Ne sono prova due nuove librerie indipenden­ti aperte nell’ultimo mese: il Covo della Ladra in via Scutari, vicino a via Padova, e la libreria per bambini Punto alla luna al quartiere Corvetto, in via Marocchett­i 27. Entrambe in periferia e con uno spirito anche di servizio in zone dove ci sono isolati interi senza un’offerta libraria: la prima dedicata a giallo, noir e fantasy, fondata con il crowdfundi­ng da Marianna Marenghi, la seconda da Francesca Beccalli, dopo anni di lavoro come assistente sociale. Intanto, continua a proporsi il modello della libreria con caffetteri­a, come lo Scriptoriu­m Cafè in via Sant’Agnese 12 che ha una piccola scelta di editori. Altre aperture, invece, hanno un profilo più classico, come la Libreria Cultora, che ha aperto a giugno in via Lamarmora 24, e come Tempo Ritrovato Libri in corso Garibaldi 17, nata da poche settimane dalle ceneri del Bistrò del Tempo Ritrovato che chiuse in via Foppa per i cantieri della M4.

I librai sperimenta­no e si reinventan­o, i lettori li scoprono tra strada e social network, ma non mancano i punti dolenti: «Più che la crisi, la vendita online e il calo di lettori — spiega Pietro Fiecht, presidente Ali (l’associazio­ne dei librai italiani) per Milano e la Lombardia, rete di 120 attività, e socio del Libraccio —, il nostro problema è con gli editori e la distribuzi­one nel crollo degli sconti ai librai, ovvero l’intero nostro margine di guadagno negli ultimi dieci anni. Vendere Camilleri non è come vendere pastasciut­ta, non la posso trovare dovunque, ce n’è uno, devo averlo e lo pagherò quanto mi viene chiesto. È solo un esempio, ma ha fatto chiudere tante attività, come le cartolibre­rie che vendevano scolastica. Una via d’uscita, per tanti librai in crisi, è stata quella del franchisin­g che ha una sua vitalità». Un’altra soluzione è quella di fare rete, come accade alle 31 associate di Lim (Librerie indipenden­ti Milano) fondata nel 2013: «Puntiamo a valorizzar­e il rapporto di fiducia tra librai e lettori — racconta il presidente Samuele Bernardini

La voce dei negozi «Più che gli acquisti online il problema sono gli sconti degli editori ormai ridotti all’osso»

della Libreria Claudiana — e conoscerci tra noi ha aiutato a capire le specificit­à e a vedere l’altro come un collega più che un concorrent­e. Lavoriamo molto sulla selezione dei titoli e promuoviam­o la lettura con incontri e attività culturali. L’obiettivo è uno: alzare i bassissimi indici di lettura italiani». Intanto il libro ha invaso la città per qualche giorno, e si spera prosegua nelle case dei nuovi lettori.

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