Mense, 7 budini alla muffa
Dal mercato equo e solidale dessert avariati al cioccolato Bufera su Milano Ristorazione Le proteste online dei genitori «Colpa del confezionamento»
Sette budini alla muffa. Bufera su Milano Ristorazione. Polemiche anche per la frutta che non è «bio». I genitori scrivono al Comune e chiedono di essere considerati interlocutori veri per l’azienda che fornisce i pasti alle scuole.
La muffa nel budino scatena la protesta sul Web. Non è allarme, perché il numero dei budini — in tutto sette su 21 mila somministrati nello stesso giorno — è sufficiente a contenere la preoccupazione di mamme e papà, ma è abbastanza per dare fuoco alla polemica. E così Milano Ristorazione finisce nell’occhio del ciclone. Il fatto, e cioè il ritrovamento di muffa nel budino al cacao da parte degli addetti alla mensa, è avvenuto il 6 novembre scorso in una scuola dell’Istituto Comprensivo «Italo Calvino». L’ipotesi è che a causare il deterioramento del prodotto sia stato un problema nel confezionamento del contenitore, grande come un vasetto di yogurt. I budini sono stati «prontamente sostituiti con prodotti idonei, non l’intera partita — precisa in una nota Milano Ristorazione —. I budini (produzione equo
e solidale di Altro Mercato, una scelta di qualità e ad alta valenza sociale) facevano parte di un lotto di 84.078 pezzi».
I numeri non smontano la protesta. Raffaella Crema, membro della rappresentanza cittadina per il Municipio 2, puntualizza: «Noi genitori vorremmo essere riconosciuti e coinvolti. Per esempio, quando si trova un corpo estraneo nel piatto il commissario mensa non viene informato dell’esito delle analisi, fatte in laboratori privati e non pubblici. E in casi come quello dei budini noi chiediamo quali misure preventive sono state prese, quali controlli sulla dispensa e provvedimenti sul fornitore».
La polemica sul web intanto si rinforza. E la rappresentanza cittadina delle Commissioni mensa scrive una lettera aperta al Comune per chiedere di «intensificare i controlli sul gestore del servizio di refezione anche relativamente alla somministrazione della frutta, non biologica al 100 per cento, come comunicato a inizio anno». Anche sul «bio» l’azienda si difende. L’obiettivo di arrivare a fornire frutta al 100 per cento bio nel menu invernale c’è. Ma va messo in relazione «alla disponibilità del mercato». Arance e mandarini arrivano dalla Sicilia. Le mele dalla Valtellina. L’uva da Puglia e Veneto. «Ma qualora si manifesti una indisponibilità di mercato di ortofrutta bio, la sostituzione viene effettuata con materie prime di produzione a lotta integrata, come è previsto dai contratti stipulati per tale tipologia di prodotti».
Un affondo arriva da Palazzo Marino: «Milano Ristorazione è un monopolista nella fornitura di pasti, non c’è concorrenza. Per questo — dice il consigliere di Forza Italia, Fabrizio De Pasquale — si dovrebbe rafforzare quantomeno la struttura di controllo sui fornitori. Si utilizzi la grande risorsa dei genitori delle commissioni mensa per organizzare una customer satisfaction ed elaborare statistiche che giorno per giorno consentano di capire quali cucine funzionano meglio, quali sono i cibi con più problemi».
La fornitura I dolci facevano parte di un lotto di 84 mila pezzi, 21 mila dei quali serviti ieri nelle classi