Sul tram, nei bar o in salotto Il Festival fa strada ai lettori
L’offerta diffusa di eventi culturali. Anche dove non te lo aspetti
Marco e Cinzia lo ammettono mentre sfogliano il programma: «Più che per il contenuto scegliamo gli eventi in base a dove si svolgono». Che detta così può sembrare lo scivolone disimpegnato di due adolescenti milanesi. Invece è la sintesi della forza di questo festival tentacolare che è Bookcity e che costringe a riscoprire angoli nascosti di Milano parlando di letteratura.
Al Colibrì, il caffè letterario nei dintorni della Statale, la grande festa nel nome del bookcrossing è finita con un pienone. Casse di libri, ma anche di vino. La birretta delle 5 del pomeriggio parlando (anche) di Herman Hesse. Perché un libro letto da soli nella penombra di una biblioteca non ha la stessa forza aggregativa di uno sfogliato al tavolino di un bar con la musica giusta in sottofondo. «È una cosa molto milanese» dice Lucia, che ha 19 anni e arriva dal Sud della Francia. La sua sembra un’ammissione di colpa: perché tutti i Paesi hanno luoghi bellissimi, però per organizzare un evento pop così trasversale serve un tessuto che rende Milano abbastanza unica nel cucinare cultura e mondanità. La stessa «Milano da bere» che si ritrova a parlare di libri da Verso in porta Ticinese.
Sono 65 le librerie coinvolte quest’anno che hanno costruito eventi che uniscono parole e gastronomia. Ma sono centinaia anche i bar e locali che aderiscono in modo quasi autogestito. «Vedono che l’evento funziona e non solo lo ripetono l’anno dopo, ma ne parlano con amici gestori. Così la mappa si estende» racconta Oliviero Ponte di Pino, curatore del programma. E il passaparola ha convinto anche alcuni privati ad aprire le porte di casa. Come ha fatto Daniela Cattaneo, che ha offerto il suo salotto. La formula? Metà dei posti li assegna il padrone di casa, l’altra si prenota sul sito.
La forza della sorpresa. E così l’Arci Bellezza lancia il binomio gialli e musica, l’argenteria Dabbene in Brera il romanzo che racconta il furto di un gioiello. Bookcity vive nelle sue location meno istituzionali. Sul tram con gli scrittori famosi o dietro la Banda Civica che celebrava il 105esimo anniversario della morte di Giulio Ricordi, muovendo dall’Ottagono verso la Galleria d’Italia seguita da un fiume di gente che si chiedeva: «Cosa sta succedendo?». Potere della curiosità, sempre molto milanese.
Così, sempre ieri, è andato in scena il ricordo dei 90 anni dell’arresto di Antonio Gramsci. Con studenti del Parini, detenuti, volontari e guardie carcerarie a leggere le sue Lettere dal carcere. «Parliamo di cucina, foliage o anche oroscopo. Abbassando le barriere intercettiamo il pubblico che non va ai festival. E così vinciamo la nostra scommessa» conclude Ponte di Pino.
La ricetta dei locali Musica, compagnia e «baratto» di classici Così i milanesi tornano a parlare di letteratura